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Svolta storica in Italia: via libera al primo caso di suicidio assistito

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Svolta storica in Italia: via libera al primo caso di suicidio assistito

Via libera al primo caso di suicidio assistito in Italia: lo ha stabilito l’Azienda Sanitaria delle Marche, che ha seguito le indicazioni della Consulta nella sentenza per il caso di Fabiano Antoniani, conosciuto come dj Fabo.

Si tratta di una vera e propria svolta storica, annunciata dall’Associazione Coscioni, che si è battuta affinché Mario (nome di fantasia), 43enne tetraplegico immobilizzato a letto da dieci anni in seguito a un grave incidente, potesse porre fine alle sue sofferenze attraverso l’assunzione di un farmaco letale.

L’uomo da oltre un anno aveva chiesto all’azienda ospedaliera delle Marche di esaminare il suo caso lottando con l’aiuto dell’Associazione Luca Coscioni per ottenere il via libera dal Comitato Etico con il sì definitivo che è arrivato proprio nei giorni scorsi.

“Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni” è stato il primo commento di Mario, reso noto dall’Associazione Coscioni.

L’uomo, assistito dalla madre, sarebbe potuto andare in Svizzera, ma ha deciso di restare in Italia per condurre la sua battaglia: ora potrà scegliere quando morire e soprattutto potrà farlo a casa sua, circondando dall’affetto della mamma e dei suoi familiari.

“Dopo il diniego dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche, una prima e una seconda decisione definitiva del Tribunale di Ancona, due diffide legali all’Asur Marche, Mario ha finalmente ottenuto il parere del Comitato Etico, che a seguito di verifica delle sue condizioni tramite una gruppo di medici specialisti nominati dall’Azienda sanitaria regionale, ha confermato che Mario possiede i requisiti per l’accesso legale al suicidio assistito” fa sapere in un comunicato l’Associazione Luca Coscioni.

“Il Comitato Etico ha esaminato la relazione dei medici che nelle scorse settimane hanno attestato la presenza delle 4 condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale nella sentenza Cappato-Dj Fabo. Ovvero che Mario è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale” dichiara Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e codifensore di Mario.

“È quindi affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili. È pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e che non è sua intenzione avvalersi di altri trattamenti sanitari per il dolore e la sedazione profonda. È molto grave che ci sia voluto tanto tempo – continua Gallo – ma finalmente per la prima volta in Italia un Comitato Etico ha confermato per una persona malata, l’esistenza delle condizioni per il suicidio assistito”.

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