Veneto, file di auto verso gli impianti sciistici. Piste prese d’assalto anche in Lombardia: “Qui è un delirio” | FOTO
Impianti di sci presi d’assalto dal Veneto alla Lombardia
Un filmato pubblicato oggi nel gruppo Facebook “Magica Lessinia”, che riunisce gli appassionati di sci delle Prealpi Veronesi, mostra le lunghe file di auto sulla strada che conduce verso gli impianti di Malga San Giorgio, nota località sciistica in Veneto. È solo uno degli esempi di caos e assembramenti in prossimità delle mete sciistiche che si sono verificati oggi domenica 13 dicembre nella Regione che conta il maggior numero di contagi e decessi per Coronavirus in Italia, dove nonostante la chiusura degli impianti ai non professionisti imposta fino al 7 gennaio, gli amanti dello sci non si sono scoraggiati. “Alle 10:30 a Campofontana no si poteva parcheggiare, ho girato l’auto e sono tornato a casa, tra la nebbia in pianura”, scrive qualcuno a commento del video riferendosi a un’altra località dei Monti Lessini, Campofontana. “Qui adesso è un delirio…e idem tutta la strada che sale a San Giorgio! Non oso pensare a stasera”, scrive invece l’autore del video (Qui il filmato)
“Non solo a bocca di selva…ovunque…”, osserva ancora un altro membro del gruppo. Stando alle informazioni raccolte in rete, i più motivati avrebbero trovato metodi alternativi di salire in quota anche senza skilift o seggiovie, servendosi di motoslitte che fanno da taxi. Accade anche sulle Dolomiti, in Alta Badia, stando sempre a quanto riportano alcuni utenti sui social. Immagini di assembramenti ad alta quota anche nella zona di Lecco, in Lombardia, dove alcune foto mostrano una pista da sci per bambini gremita di gente, con gruppi di persone che non rispettano la distanza di sicurezza. Tutto fa pensare che nel secondo weekend di dicembre, a meno di dieci giorni dall’inizio delle festività natalizie, le montagne siano state prese d’assalto in barba ai divieti mentre sono ancora migliaia i contagi e centinaia i decessi nel Paese (17.938 i nuovi casi e 484 i morti oggi secondo l’ultimo bollettino diffuso dalla Protezione Civile). Con Veneto e Lombardia che contano il maggior numero di casi.