Vendeva segreti ai russi, l’ex ufficiale di Marina Walter Biot condannato a 20 anni
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La Corte d’Assise di Roma ha condannato a 20 anni l’ufficiale di Marina Walter Biot, arrestato nel marzo del 2021 nel parcheggio di un centro commerciale della Capitale mentre era intento a cedere notizie coperte da segreto a funzionari dell’ambasciata russa.
Nei confronti del capitano di fregata, nell’inchiesta della pm Gianfederica Dito con Michele Prestipino, venivano contestate le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione.
Biot, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, era stato accusato in primo grado, il 9 marzo scorso, dal tribunale militare della Capitale di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete nè riservate.
“Non avevo alcun interesse politico o ideologico“, dichiarava nel 2021. “Non ho mai messo a rischio la sicurezza dello Stato, non ho fornito alcuna informazione di rilievo. Non ho dato alcuna informazione classificata. Non ho mai fornito documenti che potessero mettere in pericolo l’Italia o altri Paesi”.
L’uomo, sposato con una psicoterapeuta, ha quattro figli. “Il primogenito che non lavora, due figlie che studiano e la più piccola che ha una grave malattia e necessita di cure particolari”, diceva tramite il legale. “Ho sbagliato ma l’ho fatto per la mia famiglia. Ho avuto un momento di grandissima debolezza e fragilità. Sono stato coinvolto in un meccanismo più grande di me. Avevo un debito che non riuscivo a ripagare“.