Vaticano, sì a matrimoni e funerali celebrati dai laici. Stop ai tariffari
Le nuove regole della Congregazione per il Clero
Chiesa, i laici potranno celebrare matrimoni e funerali, divieto di tariffari: cosa cambia
No ai tariffari per messe e sacramenti e aperture ai laici, anche per far fronte alla mancanza di sacerdoti. Sono queste, in sintesi, le novità contenute nel documento della Congregazione per il Clero, che ha così accolto i ripetuti moniti di Papa Francesco, il quale aveva parlato di “preti affaristi” a proposito dei tariffari per le celebrazioni.
Il Pontefice ha sottolineato infatti che “le Chiese non devono mai diventare case di affari perché la redenzione di Gesù è sempre gratuita”. L’istruzione della Congregazione per il clero “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”, promulgata lo scorso 29 giugno, recepisce i messaggi di Francesco. Nel documento si legge che “un tema connesso alla vita delle parrocchie e alla loro missione evangelizzatrice è quello dell’offerta data per la celebrazione della santa messa, destinata al sacerdote celebrante, e degli altri sacramenti, che spetta invece alla parrocchia. Si tratta di un’offerta che, per sua natura, deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un ‘prezzo da pagare’ o una ‘tassa da esigere’, come se si trattasse di una sorta di ‘imposta sui sacramenti’. Infatti, con l’offerta per la Santa Messa, i fedeli contribuiscono al bene della Chiesa e partecipano della sua sollecitudine per il sostentamento dei ministri e delle opere”.
Eliminando i tariffari, sottolinea il Vaticano, “si rivela importante l’opera di sensibilizzazione dei fedeli, perché contribuiscano volentieri alle necessità della parrocchia, che sono ‘cosa loro’ e di cui è bene che imparino spontaneamente a prendersi cura, in special modo in quei Paesi dove l’offerta della santa messa è ancora l’unica fonte di sostentamento per i sacerdoti e anche di risorse per l’evangelizzazione. La suddetta sensibilizzazione potrà procedere tanto più efficacemente quanto più i presbiteri da parte loro offriranno esempi ‘virtuosi’ nell’uso del denaro, sia con uno stile di vita sobrio e senza eccessi sul piano personale, che con una gestione dei beni parrocchiali trasparente e commisurata non su ‘progetti’ del parroco o di un gruppo ristretto di persone, magari buoni, ma astratti, bensì sui reali bisogni dei fedeli, soprattutto i più poveri e bisognosi”.
E ancora la Congregazione precisa che “dall’offerta delle messe deve essere assolutamente tenuta lontana anche l’apparenza di contrattazione o di commercio, tenuto conto che è vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta. Tra gli strumenti che possono consentire il raggiungimento di tale fine, si può pensare alla raccolta delle offerte in modo anonimo, così che ciascuno si senta libero di donare ciò che può, o che ritiene giusto, senza sentirsi in dovere di corrispondere a un’attesa o a un prezzo”.
Altra novità importante riguarda i compiti e gli incarichi che possono essere affidati ai laici all’interno delle parrocchie. In alcune realtà, a causa della mancanza di sacerdoti, i non consacrati hanno già un ruolo importante, che ora viene certificato dal Vaticano. Battesimi, funerali e matrimoni potranno essere celebrati da laici: il vescovo, “a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco”, si legge nell’istruzione.
Nello specifico, i laici potranno presiedere la Liturgia della Parola, là dove non si può celebrare la Messa per mancanza di sacerdoti, ma “non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia”. Inoltre, “dove mancano sacerdoti e diaconi, il Vescovo diocesano, previo il voto favorevole della Conferenza Episcopale e ottenuta la licenza dalla Santa Sede, può delegare dei laici perché assistano ai matrimoni”.
Questo il passaggio a riguardo nel testo redatto dalla Congregazione per il clero sulle aperture nei confronti dei laici: “Primo: la celebrazione di una liturgia della Parola nelle domeniche e nelle feste di precetto, quando per mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica. Si tratta di una eventualità eccezionale, a cui fare ricorso solo in circostanze di vera impossibilità e sempre avendo cura di affidare tali liturgie ai diaconi, qualora siano presenti. Secondo: l’amministrazione del battesimo, tenendo presente che ministro ordinario del battesimo è il vescovo, il presbitero e il diacono. Terzo: la celebrazione del rito delle esequie”.
“I fedeli laici possono predicare in una chiesa o in un oratorio, se le circostanze, la necessità o un caso particolare lo richiedano, secondo le disposizioni della Conferenza episcopale e in conformità al diritto o alle norme liturgiche e nell’osservanza delle clausole in essi contenute. Essi non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia. Inoltre, dove mancano sacerdoti e diaconi, il vescovo diocesano, previo il voto favorevole della Conferenza episcopale e ottenuta la licenza dalla Santa Sede, può delegare dei laici perché assistano ai matrimoni”.
L’istruzione apre anche ai non battezzati: “Oltre alla collaborazione occasionale, che ogni persona di buona volontà – anche i non battezzati – può offrire alle attività quotidiane della parrocchia, esistono alcuni incarichi stabili, in base ai quali i fedeli accolgono la responsabilità per un certo tempo di un servizio all’interno della comunità parrocchiale. Si può pensare, ad esempio, ai catechisti, ai ministranti, agli educatori che operano in gruppi e associazioni, agli operatori della carità e a quelli che si dedicano ai diversi tipi di consultorio o centro di ascolto, a coloro che visitano i malati”.
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