Variante Delta, positivi 10 migranti sbarcati a Lampedusa
Variante Delta, positivi 10 migranti sbarcati a Lampedusa
Un totale di dieci migranti originari del Bangladesh, arrivati a Lampedusa alla fine di maggio, sono risultati positivi alla variante Delta del Coronavirus. La notizia è riportata dal Giornale di Sicilia, secondo cui i risultati dei tamponi sono stati comunicati al ministero della Salute, alla Regione e all’Istituto superiore di sanità. Attualmente, i positivi al Covid si trovano in isolamento su una nave quarantena al largo dell’isola.
I migranti sono arrivati lo scorso mese in Sicilia attraverso la cosiddetta rotta libica: i tamponi sono infatti stati effettuati alla fine di maggio. Il sequenziamento ha invece richiesto qualche altro giorno ed è stato effettuato presso il Policlinico di Palermo su impulso del Dipartimento di Diagnostica dell’Asp del capoluogo regionale, che ha analizzato i test sospetti. I positivi erano comunque stati sottoposti a quarantena, come previsto dalle norme per la sorveglianza sanitaria dei migranti.
L’identificazione di casi di contagio riconducibili alla cosiddetta “variante indiana” aumenta l’allerta per l’accavallarsi della crisi sanitaria sulla situazione degli sbarchi, fisiologicamente aumentati in queste ore grazie all’arrivo della bella stagione, portando al limite l’hotspot di Lampedusa, arrivato a contare oltre 1.350 ospiti a fronte di una capienza di 250 posti. Tuttavia, la diffusione della variante Delta del Coronavirus in Italia interessa per lo più altre Regioni, lontane dalle coste siciliane.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss), divulgato l’11 giungo, la propagazione della cosiddetta “variante indiana” nel nostro Paese è limitata al di sotto dell’1 per cento dei casi di infezione. Cresce però l’allerta soprattutto in alcune Regioni.
Ad oggi, in Lombardia sono stati rilevati 81 contagi riconducibili alla variante Delta del Coronavirus, altri 12 in Sardegna e uno in Alto Adige. Preoccupate le autorità del territorio lombardo, dove – dopo l’esplosione di un focolaio in una palestra di Lambrate, a Milano – i casi totali della cosiddetta “variante indiana” sembrano però registrare una tendenza in calo. I primi due casi di infezione da variante Delta erano stati segnalati in Lombardia già ad aprile, arrivando a 70 nel solo mese di maggio e a 9 nei primi quindici giorni di giugno.
“Sulla variante indiana è necessario avere la giusta attenzione e precauzioni: i primi studi dalla Gran Bretagna dimostrano che i vaccini, sulle ospedalizzazioni e quindi sull’aggravamento della malattia, sono molto efficaci ma allo stesso tempo è vero che i vaccini sono un poco meno efficaci per quanto riguarda la possibilità di contagiare altre persone”, ha ammonito nelle scorse ore Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni.
Due recenti studi condotti in Scozia e in Inghilterra su decine di migliaia di pazienti Covid mostrano come due dosi di vaccino assicurino una solida protezione anche contro la variante Delta del nuovo Coronavirus in termini di minore rischio di ricovero.
I dati emersi dalle ricerche condotte compiute dall’Università di Strathclyde , in Scozia, e dalla Public Health England, un’agenzia del Dipartimento della salute britannico, mostrano come nel medio periodo i vaccini riducano il rischio di ospedalizzazione contro la variante Delta del Sars-Cov-2 – ritenuta ben più contagiosa di quella inglese (la variante Alfa) e definita “preoccupante” dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – a patto però di somministrare entrambe le dosi.