Omicidio Vannini, la Procura chiede 14 anni di carcere per la famiglia Ciontoli
Il sostituto procuratore generale presso la corte d’appello di Roma Vincenzo Saveriano ha chiesto 14 anni di reclusione per Antonio Ciontoli, la moglie Maria Pezzillo e i due figli Martina e Federico per concorso in omicidio volontario con dolo eventuale in relazione alla morte del 20enne Marco Vannini, avvenuta tra il 17 e il 18 maggio del 2015 a Ladispoli.
In subordine il pg ha chiesto per i figli e la moglie di Ciontoli di valutare l’ipotesi di concorso anomalo in omicidio, in base all’articolo 116 del codice penale, e condannarli alla pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione. Il processo d’appello bis era stato disposto dalla Cassazione che aveva annullato il primo giudizio di secondo grado chiedendo di riconoscere il reato di omicidio volontario con dolo eventuale.
Con la sentenza pronunciata il 14 aprile del 2018 la corte d’assise aveva condannato Antonio Ciontoli per omicidio volontario a 14 anni di carcere e il resto della famiglia a 3 anni. Una sentenza ridimensionata in appello quando il 29 gennaio 2019 Ciontoli viene ritenuto responsabile di omicidio colposo e condannato a 5 anni di reclusione, lasciando invariati i 3 anni per la moglie e i due figli. Nel febbraio scorso però la Cassazione ha annullato la sentenza e ordinato un giudizio di appello-bis perchè la morte di Vannini sopraggiunse quale conseguenza sia delle lesioni causate dal colpo di pistola sia dalla mancanza di soccorsi che se tempestivamente attivati avrebbero “scongiurato l’effetto infausto”. Per la Suprema Corte “una condotta omissiva fu tenuta da tutti gli imputati nel segmento successivo all’esplosione di un colpo di pistola ascrivibile soltanto ad Antonio Ciontoli, che, dopo il ferimento colposo, rimase inerte, quindi disse il falso ostacolando i soccorsi”.
Omicidio Vannini
Il 17 maggio 2015 Marco Vannini, 21enne di Ladispoli che lavorava come bagnino in uno stabilimento, è morto a causa di un colpo di pistola che gli ha trapassato un polmone e il cuore. Dopo il lavoro, Vannini era andato a casa della fidanzata Martina Ciontoli e dei suoi genitori. Più di quattro anni dopo, le dinamiche dell’omicidio non sono mai state chiarite del tutto. (Qui una ricostruzione della vicenda e le cose che non tornano)
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