Vaiolo delle scimmie, “Categorie a rischio nella circolare del Ministero. Così torna lo stigma”
Nella circolare del ministero della Salute sono indicate le “categorie” alle quali la somministrazione del vaccino contro il vaiolo delle scimmie è prioritaria. Queste sono: “Persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che he hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), con storia recente di più partner sessuali, partecipazione a eventi di sesso di gruppo, partecipazione a incontri sessuali in locali, club, saune, recente infezione sessualmente trasmessa, abitudine di associare pratiche sessuali a droghe chimiche (chemsex)”, oltre al personale di laboratorio esposto al virus. Sandro Mattioli è il fondatore del Blq-Checkpoint, servizio extraospedaliero volontario che offre gratuitamente lo screening per Hiv, epatite C e sifilide nel centro di Bologna, e ha sottolineato il problema con il concetto di “categoria a rischio” all’interno della circolare che nasconde una “discriminazione strisciante”. “È lo stesso ragionamento che si faceva con Hiv, 40 anni fa, quando la si voleva chiamare la malattia dei gay. Allora questo lo vogliamo chiamare gay-pox? Poi il primo giorno in cui si contagia un etero voglio vedere come la mettiamo”, ha spiegato Mattioli, come si legge su Repubblica.
La Regione Emilia Romagna, inoltre, ha riportato la circolare indicando “le categorie ad alto rischio” come “persone gay. transgender, bisessuali e uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini”. Mattioli ha sottolineato come questo comunicato stampa sia stato riportato facendo “un copia e incolla” in modo “frettoloso” e “senza farsi troppe domande”. “Se davvero questa è la Regione più progressista di Italia, invii immediatamente una rettifica a mezzo stampa. Sull’appoggio ricevuto dalle associazioni di settore meglio che non commenti”, ha aggiunto.
Come riportato da Repubblica, Mattioli ha precisato che “il tema è quello dei comportamenti a rischio non della categoria in cui appartieni. Se un uomo gay ogni sera se ne sta a casa sua a guardare la televisione è difficile che si contagi”.