Vaccinopazzia: l’Aifa dà l’ok al mix vaccinale, già in uso in altri Paesi, ma Ema difende AstraZeneca
È caos nella campagna vaccinale dopo la decisione di sospendere AstraZeneca per gli under 60. L'Ema ribadisce che il siero anglo-svedese è valido per tutti, mentre l'Aifa dà l'ok al mix vaccinale, già utilizzato in altri Paesi come la Germania e che darebbe una migliore risposta da parte del sistema immunitario. Ma le Regioni per il momento procedono in ordine sparso, e il rischio è quello di far aumentare i dubbi tra i cittadini, dopo l'ennesimo cambio di rotta - il quarto dall'inizio dell'anno - su AstraZeneca
Vaccinopazzia: l’Aifa dà l’ok al mix vaccinale, già in uso in altri Paesi, ma Ema difende AstraZeneca
Vaccini, che fare? È caos nella campagna vaccinale dopo la decisione del Comitato tecnico scientifico, recepita dal nostro governo, di stoppare le somministrazioni di AstraZeneca per gli under 60. E così tanti giovani che in queste settimane avevano ricevuto il siero anglo-svedese, riceveranno una seconda dose eterologa, vale a dire con un vaccino a mRNA, Pfizer o Moderna. Ad alimentare la confusione, una comunicazione poco efficace, per usare un eufemismo, che rischia di avere gravi conseguenze sul processo di immunizzazione del Paese, facendo sorgere dubbi anche in molti strenui sostenitori della bontà dei vaccini.
Ema: “Il vaccino AstraZeneca è valido per tutti”
Cerchiamo di capire cosa sta accadendo. Da un lato l’Ema non ha cambiato il proprio giudizio su AstraZeneca: “Il bilancio rischi-benefici resta positivo e il vaccino resta autorizzato per tutta la popolazione”, fa sapere l’Agenzia europea del farmaco, sottolineando che “durante il fine settimana ci sono stati molti articoli con informazioni non corrette sulle considerazioni scientifiche dell’Ema riguardo al vaccino Covid-19″ prodotto dall’azienda anglo-svedese. “La fonte della disinformazione – spiega l’ente regolatorio Ue – è stato un articolo pubblicato su un quotidiano italiano, che citava erroneamente uno dei nostri esperti”. Il riferimento è a un’intervista, poi smentita, del capo della task force sui vaccini della stessa Agenzia, Marco Cavaleri.
Ma la linea del governo presieduto da Mario Draghi non cambia: “Le nostre indicazioni – ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza – sono perentorie e devono essere seguite. Non è un dibattito politico, non è un presidente del consiglio, un ministro o un presidente di regione che decide: la comunità scientifica internazionale ha dato indicazioni su AstraZeneca che sono cambiate sulla base delle evidenze scientifiche e noi dobbiamo seguirle”.
Aifa, sì al mix di vaccini per gli under 60
Intanto, a rendere più complesso il quadro, l’Aifa ha approvato la vaccinazione mista per gli under 60 che abbiano ricevuto una prima dose di AstraZeneca. “Sulla base di studi clinici pubblicati nelle ultime settimane, la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa – si legge nel documento dell’Agenzia italiana del farmaco – ha ritenuto, a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale (prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o, per analogia, con il vaccino Moderna)”.
Tradotto: sì a una vaccinazione eterologa per gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, “anche in considerazione del mutato scenario epidemiologico di ridotta circolazione virale”, recita il parere dell’Agenzia italiana. La Commissione dell’Aifa ha ritenuto che la seconda somministrazione con vaccino a Rna messaggero possa avvenire a distanza di 8-12 settimane dalla somministrazione di AstraZeneca. Con il mix di vaccini, sottolinea la commissione tecnico scientifica di Aifa, si osserva una buona risposta anticorpale, anche se aumentano gli effetti collaterali lievi. “Tale approccio – sottolinea ancora l’Agenzia – è sostenuto anche dai dati clinici che derivano da 2 studi clinici pubblicati nelle ultime settimane condotti rispettivamente in Spagna e in Inghilterra e, che mostrano buoni risultati in termini di risposta anticorpale (CombiVacS) e sicurezza (in termini di accettabilità degli effetti collaterali)”.
Crossing vaccinale, i Paesi che già lo fanno
Quello del mix vaccinale non sarebbe certo una novità tutta italiana. “È stata già impiegata per l’influenza e l’epatite B. Per l’immunizzazione da Covid, la combinazione è stata approvata ed è da tempo utilizzata con diverse modalità in Francia, Canada, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Regno Unito. I risultati sono incoraggianti, vi sono alcuni studi che dimostrano come la risposta immunitaria sia persino migliore rispetto a quella con due dosi dello stesso vaccino”, ha detto il ministro della Salute Speranza.
Favorevoli anche la maggior parte degli scienziati e dei virologi. “Diversi studi clinici internazionali hanno evidenziato la capacità dell’eterologa di indurre una adeguata produzione di anticorpi. C’è ovviamente molta attenzione nel monitorare le reazioni avverse”, ha commentato in un’intervista al Corriere della Sera il membro del Cts Fabio Ciciliano.
Secondo Guido Rasi, ex direttore generale dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e attualmente consulente del commissario straordinario Francesco Figliuolo, la vaccinazione eterologa è una “soluzione ottimale”. E ancora: “Se il sistema immunitario riceve stimoli diversi per una stessa malattia ci si aspetta che risponda in maniera ancora più efficace”. Ma c’è anche chi non è d’accordo, come il direttore di Infettivologia al policlinico dell’Università Tor Vergata di Roma, Massimo Andreoni: “Ho forti dubbi sull’opportunità di estendere la vaccinazione eterologa all’intera platea di under 60 e penso che l’esigenza di mescolare i vaccini si ponga solo per i soggetti che dopo la prima vaccinazione AstraZeneca abbiano avuto rilevanti disturbi neurologici”.
Il rischio caos
Nonostante le indicazioni perentorie date dall’ordinanza del ministero della Salute e l’ok dell’Aifa alla vaccinazione mista, le Regioni procedono in ordine sparso, tra chi si adegua alle indicazioni e chi continua a dire no al mix di vaccini; chi sospende i richiami con i farmaci a mRna al posto di AstraZeneca finché non avrà garanzie su ulteriori forniture e chi lascia la possibilità di scegliere se avere o meno la seconda dose con il farmaco anglo-svedese anche se si hanno meno di 60 anni. E questo non può che aumentare i dubbi e le incertezze nei cittadini, con il rischio di una perdita di fiducia molto pericolosa, dovuta in particolare all’ennesimo cambio di rotta, il quarto dall’inizio dell’anno, su AstraZeneca.
Che qualcosa non sia andato liscio, anche a livello comunicativo, lo ha espresso chiaramente il virologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, che nella nostra intervista di Luca Telese ha dichiarato: “Siamo al caos più completo. Servirebbero provvedimenti drastici. Tutto il Comitato tecnico scientifico oggi si dovrebbe dimettere. E forse, dopo di loro, anche qualcun altro”. Anche il virologo Roberto Burioni, sempre sulle colonne di TPI, ha accusato: “È folle che il governo non spieghi una grave sospensione come quella di AstraZeneca”. Per questo il governo starebbe pensando ad un evento ad hoc per mettere in chiaro alcuni punti ed evitare che la campagna rallenti.
Vaccinopazzia, le Regioni avanti in ordine sparso
Intanto i vari territori, come detto, procedono autonomamente. Nei prossimi giorni si riunirà la commissione Salute e giovedì ci sarà la conferenza delle regioni: in quel contesto se ne potrebbe riparlare per cercare di arrivare ad una posizione comune. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca prima ha annunciato il suo no alla vaccinazione eterologa, per poi fare marcia indietro e dare il via libera al mix di vaccini per chi deve completare la vaccinazione. “Ci auguriamo che le vicende degli ultimi giorni convincano tutti della necessità di porre fine al caos comunicativo e informativo sui vaccini”, scrive in una nota.
In Puglia Michele Emiliano fa sapere che seguirà le indicazioni del governo e però, “chi volesse fare la seconda dose con AstraZeneca avrà questa possibilità, fermo restando che l’atto della vaccinazione è l’atto del singolo medico che valuterà caso per caso”. Anche quegli amministratori che hanno detto che si atterranno alle indicazioni del Governo chiedono però adesso maggiori dosi dei due farmaci a mRNA (Pfizer e Moderna), visto che i vaccini a vettore virale sono ormai marginali. Il Lazio intanto ha riportato il richiamo di Pfizer e Moderna da 35 a 21 giorni. “Fare il richiamo con AstraZeneca anche sotto i 60 anni deve essere permesso se c’è consenso informato e assistito”, ha detto l’assessore alla Sanità laziale Alessio D’Amato. Si adeguano anche Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana e Piemonte. Molte Regioni, tra cui il Veneto, hanno vietato anche la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson agli under 60, nonostante per ora ci sia solo una raccomandazione del Comitato tecnico scientifico, ma non un divieto del governo.
Il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha messo in conto un rallentamento nel mese di giugno, ma è anche convinto che questo verrà assorbito tra luglio e agosto e che l’obiettivo dell’immunità di comunità entro settembre sarà comunque raggiunto. Ma i dubbi non mancano, e il rischio di aggiungere ulteriore caos ad una situazione di confusione è molto alto.
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