Johnson&Johnson, la decisione di Aifa e ministero: “Indicazione preferenziale per gli over 60”
Covid, il parere dell’Aifa sul vaccino Johnson&Johnson
Anche il vaccino di Johnson & Johnson, come quello di AstraZeneca, sarà destinato in via “preferenziale” alle persone oltre i 60 anni. A deciderlo il ministero della Salute e l’Aifa dopo il parere positivo annunciato dall’Ema nella giornata di oggi, martedì 20 aprile 2021, che di fatto sblocca l’utilizzo in Europa dell’unico vaccino monodose finora disponibile.
L’agenzia europea non ha fissato indicazioni o limitazioni di età, demandando la scelta ai singoli Stati proprio come successo per AstraZeneca. Ma sottolineando che tutti i gravi eventi avversi segnalati erano avvenute in persone con meno di 60 anni, e rilevando che un nesso con gli eventi trombotici (in un caso in esame anche fatali) è a questo punto molto probabile.
I nuovi pareri di Ema e Aifa sono arrivati dopo lo stop deciso dall’Fda negli Usa a seguito di alcune segnalazioni di casi di rare trombosi in pazienti cui era stato somministrato il vaccino monodose. Con il responso positivo di Ema e Aifa, la struttura Commisariale per l’Emergenza è pronta ad assegnare nelle varie regioni, già da domani, le 184mila dosi Johnson & Johnson stoccate a Pratica di Mare.
Il via libera dell’Ema: “Possibili legami con rare trombosi. Rapporto rischi benefici rimane positivo”
L’Ema oggi ha dato il suo sostanziale via libera al vaccino anti-Covid Johnson & Johnson, dopo lo stop deciso dall’Fda negli Usa. Il comitato per la sicurezza (Prac) ha rilevato “possibili legami con rare trombosi“, ma conferma che il rapporto rischio-beneficio complessivo rimane favorevole alla somministrazione.
Nelle informazioni sul prodotto per il vaccino Janssen dovrebbe essere aggiunto un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse, per i quali gli esperti hanno trovato “un possibile collegamento” con la dose Johnson & Johnson. Il Prac ha anche concluso che questi eventi vanno elencati come effetti collaterali molto rari del vaccino.
“Tutti i casi si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione, la maggioranza nelle donne. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati”, si legge nella nota Ema.
“I casi esaminati erano molto simili a quelli verificatisi con il vaccino Vaxzevria, sviluppato da AstraZeneca”, precisano gli esperti. “Nel giungere alla sua conclusione, il Comitato ha preso in considerazione tutte le prove attualmente disponibili, inclusi otto segnalazioni degli Stati Uniti di casi gravi di insoliti coaguli di sangue associati a bassi livelli di piastrine, uno dei quali ha avuto esito fatale. Al 13 aprile 2021, oltre 7 milioni di persone avevano ricevuto il vaccino di Janssen negli Stati Uniti”.
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