Rischio Vaccino AstraZeneca, i soggetti con trombosi o embolie sono appena 37 su 17 milioni di vaccinati: i dati
Lunedì 15 marzo l’Aifa ha annunciato che estenderà “in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema”, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid-19 “su tutto il territorio nazionale”. La decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei e – fa sapere l’Agenzia – “ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso”.
“C’è stata una sospensione perché diversi paesi europei, tra cui Germania e Francia, hanno preferito sospendere in presenza di alcuni recentissimi e pochissimi casi di eventi avversi in donne e giovani, e ciò ha suggerito uno stop di verifiche prima di ripartire”, ha spiegato Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, a Radio Capital.
Gli eventi sospetti che hanno spinto le agenzie europee a sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca consistono in trombosi cerebrali. Andrea Cossarizza, professore ordinario di Patologia generale e Immunologia all’Università di Modena, ha spiegato al Corriere della Sera che il tromboembolismo venoso è una patologia comune che in Italia rappresenta la terza malattia cardiovascolare più frequente. “In Italia ci si può attendere circa 60mila casi all’anno, 1.150 alla settimana, 166 al giorno”, indipendentemente dalla vaccinazione, ha dichiarato Cossarizza.
Rischio vaccino AstraZeneca: i dati diffusi dall’azienda anglo-svedese
Intanto l’Azienda ha diffuso gli ultimi dati di sicurezza disponibili, che si riferiscono ai casi segnalati di “trombosi venosa profonda” e “eventi di embolia polmonare” segnalati fino all’8 marzo dalle persone a cui è stato somministrato il vaccino AstraZeneca. “Finora in tutta l’Europa e nel Regno Unito, su un totale di 17 milioni di soggetti vaccinati con il vaccino anti-Covid di AstraZeneca, ci sono stati 15 eventi di trombosi venosa profonda e 22 eventi di embolia polmonare segnalati tra coloro a cui è stato somministrato il vaccino, in base al numero di casi che la Società ha ricevuto all’8 marzo“, si legge nella nota diffusa dall’azienda.
“La società sottolinea che il dato è molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione generale di queste dimensioni ed è simile per altri vaccini Covid-19 autorizzati. L’attenta revisione dei dati di oltre 17 milioni di persone vaccinate in Ue e UK con il vaccino Covid-19 AstraZeneca non ha mostrato evidenza di un aumento del rischio di embolia polmonare, trombosi venosa profonda (TVP) o trombocitopenia , in qualsiasi fascia di età, sesso, lotto o in un determinato Paese”, ha fatto sapere l’azienda anglo-svedese.
“Circa 17 milioni di persone nell’Ue e nel Regno Unito hanno ricevuto il nostro vaccino e il numero di casi di coaguli di sangue segnalati in questo gruppo è inferiore alle centinaia di casi che ci si aspetterebbe tra la popolazione generale. La natura della pandemia ha portato a una maggiore attenzione nei singoli casi e stiamo andando oltre le pratiche standard per il monitoraggio della sicurezza dei medicinali autorizzati nella segnalazione di eventi vaccinali, per garantire la sicurezza pubblica”, ha spiegato Ann Taylor, Chief Medical Officer di AstraZeneca.
Il pronunciamento finale dall’Ema è atteso per giovedì.
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