Vaccini, Zaia: “Ho ricevuto offerte per 27 milioni di dosi”. Ma ci sono dubbi su provenienza e affidabilità
Sono in corso verifiche da parte del commissario Arcuri. L'Aifa nei giorni scorsi ha frenato su possibili acquisti da parte delle Regioni, chiedendo di non derogare "dal rispetto delle regole per l'importazione dei farmaci"
Il governatore del Veneto Luca Zaia ha fatto sapere di aver ricevuto via mail alcune offerte di vaccini anti-Covid, per un totale di 27 milioni di dosi. Il leghista ha comunicato le offerte al commissario Arcuri, che sta svolgendo verifiche per capire quale sia la provenienza. “Sul mio tavolo ci sono due offerte per un totale di 27 milioni di dosi“, ha dichiarato Zaia, citato dal Corriere della Sera. “Attendo l’autorizzazione del commissario Domenico Arcuri per firmare. Ci siamo sentiti e sono in corso verifiche sulla provenienza, la sicurezza e l’affidabilità dei lotti che ci sono stati proposti”.
L’annuncio è sorprendente, considerando i ritardi nella consegna delle dosi comunicati dalle case farmaceutiche per la campagna vaccinale messa a punto in Italia. Da ultimo, i ritardi comunicati ieri all’Ue dall’azienda Moderna, che riguarderanno le consegne nel mese di febbraio. In Italia è il commissario straordinario Arcuri a dover negoziare i contratti e autorizzare le forniture dei vaccini, tenendo conto anche dei vincoli dovuti all’accordo con l’Unione europea.
Vaccini anti-Covid al Veneto: le offerte di Zaia
Il presidente della Regione Veneto ha dichiarato che le offerte sono arrivate tramite una serie di email alla sua segreteria, ricevute a fine gennaio, quando Pfizer ha comunicato i primi tagli alle forniture Ue. In totale, erano sei offerte.
“In alcuni casi i prezzi erano superiori di 5-6 volte rispetto a quelli concordati dall’Ue, in altri perfino più bassi, di circa il 10 per cento”, ha spiegato il direttore della Sanità della Regione Veneto Luciano Flor “e abbiamo svolto accertamenti sui soggetti proponenti, per evitare di cadere in truffe o in situazioni poco chiare”.
Delle sei offerte, alla fine, ne sono rimaste due: una per 12 milioni di dosi, l’altra per 15 milioni. Zaia ha assicurato che i prezzi “sono in linea con quelli stabiliti dall’Ue”. Sembra che si tratti in entrambi i casi del vaccino prodotto da Pfizer e che, una volta chiusi i contratti, dosi potrebbero arrivare in meno di un mese. “La trattativa è stata resa pubblica e gli intermediari li conosciamo, ci hanno già fornito mascherine e ventilatori polmonari durante la prima ondata”, ha spiegato Flor.
“Procederemo nell’ottica della massima collaborazione”, ha assicurato Zaia. “Siamo pronti a mettere a disposizione dello Stato e delle altre Regioni il canale che abbiamo aperto”. E ha aggiunto: “Israele ha già vaccinato 5 milioni di persone, la Gran Bretagna procede al doppio della nostra velocità, si rincorrono indiscrezioni sugli acquisti extra della Germania. I vaccini ci sono: se non li compriamo noi, li comprerà qualcun altro”.
I dubbi su provenienza e affidabilità
Ma sono molti i dubbi sull’affidabilità delle offerte. Nei giorni scorsi l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha messo in guardia da presunti intermediari di vaccini, col rischio di possibili truffe. “È fondamentale che non si deroghi dal rispetto delle norme per l’importazione dei farmaci, lavorando semmai per far sì che il meccanismo di acquisto centralizzato gestito dalla Commissione Ue diventi più efficiente e rapido”, ha dichiarato il direttore dell’Aifa, Nicola Magrini.
“In queste settimane”, ha aggiunto Magrini, “la pressione mediatica e politica sul tema delle vaccinazioni ha visto operare intermediari non controllati, che come nel caso della Regione Umbria segnalato dai Carabinieri, cercano di frodare le amministrazioni, oppure propongono farmaci privi dei requisiti di sicurezza necessari”.
Il professor Andrea Crisanti ha accusato il Veneto di essersi rivolto a un “mercato opaco” per i vaccini. Intanto, prende piede l’ipotesi che si tratti di dosi destinate a Paesi africani. “Delle due l’una: o a Zaia hanno proposto vaccini contraffatti, oppure erano destinati a Paesi extraeuropei che stanno cercando di rivenderli, probabilmente dall’Africa”, hanno dichiarato al Fatto Quotidiano tre fonti qualificate a Roma.
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