Vaccini, in Abruzzo il governatore Marsilio fa saltare la fila ai magistrati: “Voi potete vaccinarvi”
Da domani in Abruzzo si vaccineranno i magistrati. Attraverso una delibera regionale del governatore Marco Marsilio, le toghe sono così state equiparate agli altri soggetti fragili della campagna vaccinale. Campagna in affanno in questo momento in Italia. Ecco il paradosso: si stanno verificando ritardi per i vaccini degli ultra 80enni e invece in Abruzzo i magistrati saltano la fila.
Le richieste alla Regione
A chiedere l’equiparazione è stato il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, che ha sollecitato la Regione Abruzzo per inserire gli operatori della giustizia, ovvero magistrati togati e onorari, giudici di pace, avvocati e praticanti avvocati nonché personale amministrativo del Tribunale, della Procura della Repubblica e dei Giudici di pace, e di tutto il Distretto, tra i soggetti da includere nella cosiddetta fase 2 del piano di vaccinazione nazionale senza che ciò possa determinare, si legge nella delibera, “rallentamenti e pregiudizievoli ritardi alla vaccinazione delle categorie più fragili e disagiate”. Equiparando dunque i magistrati al personale scolastico e alle forze armate ai fini del loro inserimento nei piani di vaccinazione ”non potendosi limitare la richiesta e la offerta di giustizia e di tutela dei propri diritti ai cittadini”.
Tra le categorie previste come urgenti nel piano vaccinale nazionale, va ricordato, non ci sono al momento né magistrati, né avvocati. Come si può leggere anche dalla Gazzetta ufficiale:
Intanto Marsilio dice no alla zona arancione
Ma non finisce qui. Oltre al piano vaccinale stravolto per magistrati e avvocati, il governatore Marsilio preferisce sta optando anche per un allentamento delle misure anti-Covid: “L’Abruzzo è da zona gialla, le attività devono riaprire”, ha detto.
“L’Abruzzo è già da zona gialla e un provvedimento di permanenza per tutto il mese di aprile in zona arancione sarebbe ingiusto e sul quale darò un deciso parere contrario”, ha commentato Marsilio in merito alla possibilità che con il nuovo decreto del Governo in vigore dal 6 aprile, possa rimanere la sospensione della zona gialla per le regioni, tenendole di fatto o in arancione o in rosso fino all’inizio di maggio come già accade in queste settimane.
“Non è che l’Abruzzo può pagare – ha concluso il governatore – perché avendo avuto una ondata epidemica anticipata rispetto al resto dell’Italia diventa rossa quando tutti sono in zona gialla, poi siccome tutta l’Italia diventa rossa ci devono rimanere anche quelle regioni, come la nostra, che hanno superato quella fase. Le attività commerciali abruzzesi, come ristoranti e bar, per settimane hanno fatto sacrifici e se i numeri dei contagi lo consentiranno, dopo Pasqua hanno il diritto di poter tornare a lavorare nel rispetto delle regole. Se il Governo farà una proposta diversa troverà la ferma contrarietà della Regione Abruzzo”.
Con vaccini e restrizioni diverse dalle altre Regioni l’Abruzzo vuole camminare da solo. Ma, si sa, in questa pandemia o si va avanti insieme, oppure l’uscita dal buio è molto complicata.
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