Turista francese morto nel Cilento: la ricostruzione del caso 🎧
Turista francese morto nel Cilento: la ricostruzione del caso
È stato trovato morto il giovane Simon Gautier, l’escursionista francese di 27 anni di cui si sono perse le tracce il 9 agosto 2019 nel Cilento. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato in un burrone nella giornata di domenica 18 agosto, “in stato avanzato di decomposizione”.
La dinamica della morte e poi la gestione delle ricerche sono apparse poco chiare e sono state oggetto di polemiche. Vale la pena dunque fare una ricostruzione del caso. Ascolta il podcast di TPI:
Turista francese morto, chi era Simon
Simon Gautier, studente francese di 27 anni, era abituato a viaggiare da solo per trekking e escursioni con lo zaino in spalla.
Viveva da due anni in Italia, a Roma, dove conduceva una ricerca per la sua tesi in storia dell’arte. Lo studente era un ambientalista ed escursionista.
Il ragazzo parlava bene l’italiano, con inconfondibile pronuncia francese, ma durante l’ultima telefonata al 118 non riesce a spiegare dove si trova esattamente. Riesce a parlare ma è confuso e non si ricorda esattamente da dove è partito.
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L’ultima, straziante, chiamata
Quando chiama i soccorsi Simon è disperso, con le gambe rotte e prova un insopportabile dolore.
Agli atti c’è una telefonata al 118, il pronto intervento sanitario: “Mi potete aiutare? Sono caduto in una scarpata e mi sono rotto le gambe. Sto morendo di male”.
La telefonata è drammatica, perché il 27enne transaplino dichiara di non sapere esattamente spiegare dove si trova, né riesce a fornire coordinate di latitudine e longitudine. “Non so dove sono, mi potete localizzare? Stavo camminando e sono caduto. Sono solo, non ricordo da dove sono partito”, dice.
Simon ha la consapevolezza della gravità delle sue condizioni: “Sto morendo di male”, ripete.
Il dialogo con l’operatrice sanitaria è concitato, il giovane tenta di ricordare qualche dettaglio. L’unica cosa che emerge è che il turista è partito da Policastro. “Volevo tornare verso Napoli. All’inizio c’era un piccolo sentiero, poi l’ho perso e poi sono caduto”.
La telefonata termina con l’indicazione di tenere acceso il telefono per favorire le ricerche. “Non sapendo dove si trova provo con i carabinieri se possono localizzare il suo cellulare, tenga libero il cellulare”. Da quel momento di Simon Gautier non si ha più nessuna notizia.
Le ricerche
Nell’ultima notte di cui si hanno sue notizie, Simon avrebbe dormito sulla spiaggia di Scario per poi incamminarsi lungo un sentiero. Le ricerche, tramite droni e cani, si sono concentrate sui crepacci della zona del comune di San Giovanni a Piro.
Gli inquirenti, che hanno disposto anche ricerche via mare, avevano a disposizione alcune immagini del ragazzo, fornite dalle videocamere di sorveglianza del Comune di Policastro Bussentino, dove si trovava il ragazzo prima della scomparsa.
Secondo il racconto del sindaco di Policastro, giovedì 8 agosto, alle 16,10 Simon è arrivato alla stazione ferroviaria di Policastro Bussentino, poi si è incamminato verso il porto e alle 16,44 si trovava alla foce del fiume Bussento dove ha acquistato delle bottigliette d’acqua.
Nella notte di giovedì 8 agosto, Simon ha dormito sulla spiaggia di Scario e prima di addormentarsi ha spento il cellulare e l’ha riacceso alle 6 e mezzo del mattino, quando, presumibilmente, si è incamminato lungo il sentiero.
Le indagini dei soccorsi per ritrovare Simon Gautier sono state circoscritte entro un’area di 143 chilometri quadrati compresa tra i territori di Policastro, Scario e Punta degli Infreschi, e ogni sforzo si è rivelato inutile: il ragazzo è stato ritrovato senza vita.
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Le foto dello strapiombo nel quale Simon è caduto
Turista francese morto, il ritrovamento del corpo
Il 18 agosto, nove giorni dopo la sua ultima chiamata, è stato individuato il corpo del turista francese dagli uomini del soccorso alpino nel comune di san Giovanni a Piro, in provincia di Salerno. Poi i soccorsi hanno recuperato la salma lunedì 19 agosto.
Il corpo, confermano gli inquirenti, “era in avanzatissimo stato di decomposizione”: un particolare che confermerebbe il fatto che Simon sia morto poco dopo la caduta. Intanto all’ospedale di Sapri è giunto il padre con la sua compagna ed il console francese, attesa anche la madre del turista.
Simon è riuscito a dare l’allarme ai carabinieri e al 118 ma, secondo una prima ricostruzione anche in seguito all’esame esterno della salma, il ventisettenne in poco tempo, 40/ 45 minuti, sarebbe morto. A causare il decesso è stata la frattura di una gamba che avrebbe rescisso l’arteria: da qui l’emorragia.
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Le polemiche sul ritardo dei soccorsi
Gli inquirenti ribadiscono che non c’è stato ritardo nei soccorsi: sin da subito, spiegano i carabinieri, l’area dove è stato poi ritrovato Simon era stata individuata.
La Procura di Vallo della Lucania, intanto, ha aperto un’inchiesta per capire se ci sono stati effettivamente ritardi nei soccorsi per il ritrovamento. “È bene fare chiarezza e approfondire alcuni aspetti che riguardano le operazioni di soccorso”, ha spiegato il procuratore Antonio Ricci.
L’Associazione europea per il numero unico di emergenza (Eena) dal canto suo non indugia e punta il dito contro i soccorsi italiani: “Questo ragazzo avrebbe potuto essere salvato se l’Italia avesse preso delle semplici misure prima”.
Ecco perché non è stato possibile geolocalizzare la telefonata al 118
La soluzione a cui i tecnici dell’Eena fanno riferimento è la Advanced mobile location (Aml), una tecnologia che delimita la geolocalizzare delle chiamate da rete mobile mediante sistema gps a pochi metri, al massimo 50: “L’Aml è fino a quattromila volte più accurato degli attuali sistemi in uso”.
Visto che al momento in Italia non è stato attivato questo sistema, la cella agganciata nell’ultima chiamata copriva un’area troppo vasta. Le indagini dei soccorsi per ritrovare Simon Gautier sono state circoscritte entro un’area di 143 chilometri quadrati, molto approssimativa dunque, compresa tra i territori di Policastro, Scario e Punta degli Infreschi, e ogni sforzo si è rivelato inutile.
L’Eena punta il dito contro i ritardi dei soccorsi: “Questo ragazzo avrebbe potuto essere salvato se l’Italia avesse preso delle semplici misure prima”. Anche gli amici e i parenti di Simon accusano: “Sono stati commessi errori fin dall’inizio. Abbiamo tanta rabbia. Si poteva e si doveva fare di più”.
La geolocalizzazione delle chiamate da telefono cellulare in Italia è ancora una chimera. Eppure, in altri Paesi europei, i soccorsi si muovono diversamente: c’è una tecnologia, che permette di individuare con precisione la posizione.
Tredici Stati in Europa hanno già adottato questa funzione: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lituania, Moldavia, Paesi Bassi, Norvegia, Slovenia, Regno Unito. Fuori dal Vecchio continente invece: Stati Uniti, Messico, Nuova Zelanda, Emirati Arabi Uniti.
L’Europa ha indicato il numero unico come “pratica virtuosa”, ma poi spetta ad ogni stato Ue addottarlo o meno. “Se fosse attivato in tutta Europa, salverebbe 7.500 vite in dieci anni”, specifica l’Associazione europea per il numero unico di emergenza.
Il dolore dei famigliari
I genitori del giovane hanno appreso la notizia nell’albergo di Policastro in cui alloggiano. Con il padre, la madre ed il compagno di quest’ultima, c’è anche Juliette, la sorella di Simon. Ad informarli sono stati gli amici francesi del ragazzo, che lo hanno saputo da un giornalista. Un equipe di psicologi francesi, messi a disposizione dall’ambasciata, hanno raggiunto l’albergo.
Un’amica del turista francese ritrovato morto dopo quasi dieci giorni di ricerche ha espresso tutto il suo dolore in una dichiarazione rilasciata all’Ansa. Asha è una studentessa danese che vive a Roma, dove condivideva un appartamento con l’amico Simon Gautier.
“Sono distrutta, abbiamo avuto fino all’ultimo la speranza che Simon fosse ancora vivo”, ha detto Asha subito dopo aver appreso della morte dell’escursionista. “Sono momenti terribili quelli che stiamo vivendo noi, tutti suoi amici, una ventina dei quali sono giunti dalla Francia”, ha continuato l’amica del turista francese ritrovato morto in Cilento.
Gli amici e i parenti di Simon accusano: “Sono stati commessi errori fin dall’inizio. Abbiamo tanta rabbia. Si poteva e si doveva fare di più”.
L’autopsia
L’autopsia sul corpo del turista francese morto in Cilento, Simon Gautier, avrebbe chiarito che le cause del decesso sono da attribuire a uno shock emorragico per la rottura dell’arteria femorale. L’autopsia è stata eseguita oggi, 21 agosto, nell’ospedale di Sapri (Salerno). Sono state riscontrate fratture esposte e composte ad entrambi gli arti inferiori e il laceramento di tessuti. L’emorragia avrebbe avuto origine dalla gamba sinistra che presentava rotture dei principali vasi. Gautier, dal momento della caduta, sarebbe rimasto in vita al massimo per 45 minuti.
Il medico legale Adamo Maiese dell’Asl Salerno ha, tra l’altro, accertato che Simon Gautier, cadendo nel dirupo, ha riportato anche danni e traumi importanti alle vertebre. La salma, non appena sarà liberata dall’autorità giudiziaria, sarà trasferita in Francia. Presenti all’autopsia, tra gli altri, il sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Antonio Ricci, il legale della famiglia Gautier, Maurizio Sica, e il capitano dei carabinieri, Matteo Calcagnile.
– La scomparsa di Simon
– Il profilo del turista francese
– L’ultima chiamata di Simon Gautier al 118 | AUDIO
– I commenti dei famigliari dopo la scomparsa
– Il ritrovamento del corpo
– Le polemiche sui ritardi dei soccorsi: perché il gps non ha funzionato?