Turismo, Sgarbi contro la campagna con la Venere-influencer: “Perché vestirla così? È roba da Ferragni”
Turismo, Sgarbi contro la campagna con la Venere-influencer: “Perché vestirla così? È roba da Ferragni”
È stata appena presentata e già piovono critiche sulla campagna voluta da Daniela Santanchè per promuovere il turismo in Italia. Protagonista una Venere di Botticelli che gira per l’Italia come la più social delle turiste, scattando selfie a Piazza San Marco o mangiando una pizza sul lago di Como. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti utenti del web ma anche all’interno del governo. “La pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, senza bisogno di travestirle”, è stato il commento del critico d’arte e sottosegretario della Cultura Vittorio Sgarbi alla campagna “Open to meraviglia”, lanciata ieri dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, assieme al collega degli Esteri Antonio Tajani e quello dello Sport Andrea Abodi oltre all’ad di Enit – Agenzia italiana del turismo, Ivana Jelinic.
L’iniziativa, ideata dal gruppo Armando Testa, prevede un investimento complessivo di nove milioni di euro e un profilo Instagram per la nuova virtual influencer, venereitalia23. “Nel momento in cui parliamo tre ministri presentano la Venere di Botticelli vestita da ciclista, con la scritta Open to meraviglia: un paradosso”, ha detto Sgarbi, esprimendosi anche sulla scelta di far indossare vestiti alla protagonista della tela del pittore rinascimentale. “Giacché la Venere è nuda sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di travestirla in quel modo: è una roba da Ferragni”, ha sottolineato, per poi aggiungere: “Anche così funziona lo stesso, lo ha deciso un grafico e io non voglio contraddire troppo i miei colleghi. Ma sul piano della lingua, la contraddizionè è invece loro: Open to meraviglia? Che roba è? Che lingua è?”.