Trieste, sconto di pena al medico che uccise nove anziani: “Ha agito per scopi morali”
Ha ucciso nove anziani con altrettante iniezioni letali. Per questo motivo il dottor Vincenzo Campanile, medico monfalconese ed ex anestesista del 118 di Trieste, ieri – 3 febbraio 2023 – è stato condannato dalla Corte d’assise per omicidio volontario. Una pena di 15 anni e 7 mesi, inferiore di dieci anni a quella chiesta dal pubblico ministero Cristina Bacer. I giudici hanno concesso all’imputato non solo le attenuanti generiche, ma anche l’attenuante di aver agito per motivi di particolare valore morale e sociale. In pratica: ha ucciso per mettere fine alle sofferenze di quelle persone. Le iniezioni avevano inoculato potenti sedativi, tra cui il Propofol, nel corso di interventi di soccorso domiciliare.
Il medico è stato ritenuto colpevole per tutti i casi contestati. Le vittime avevano tra i 75 e i 90 anni, quattro di loro avevano patologie oncologiche, tutte avevano richiesto un intervento d’urgenza a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute. I fatti contestati risalgono a un periodo compreso tra il novembre 2014 e il gennaio 2018.
Il pm Bacer aveva chiesto una pena di 25 anni e 6 mesi di reclusione. Durante la requisitoria ha affermato come la somministrazione del Propofol nell’ultimo caso fosse stata ammessa dal medico in una telefonata intercettata. Secondo il magistrato il movente era l’”espressione di una scelta ideologica”.
Gli avvocati dei familiari costituti parte civile (avvocati Antonio Santoro, Maria Genovese e Giuliano Iviani) hanno chiesto danni (in solido con l’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina) pari a 200 mila euro per ogni figlio o coniuge, più somme minori per i nipoti. In totale si tratta di due milioni di euro. L’avvocato Santoro ha sostenuto la responsabilità dell’Azienda sanitaria considerando che il medico ha utilizzato strumenti che gli erano stati forniti (tra cui il Propofol) e il fatto che fossero già insorti dubbi sul suo operato. L’avvocato Giovanni Borgna, difensore della struttura sanitaria, ha ribattuto che proprio l’Azienda aveva denunciato Campanile. Per questo ha chiesto un danno di immagine e morale per 400 mila euro.