Il tribunale di Roma: “Gli immobili dei tedeschi vanno pignorati per risarcire le vittime del nazismo”
Tribunale Roma: “Pignorare immobili tedeschi per risarcire vittime nazismo”
Il Goethe Institut, l’Istituto storico germanico, la Scuola germanica e l’Istituto archeologico tedesco, proprietà della Germania a Roma, potrebbero essere pignorati se il governo di Olaf Scholz non risarcirà le vittime del Terzo Reich, che hanno vinto i processi contro Berlino.
Il giudice Miriam Iappelli solleva una questione di legittimità costituzionale. Il magistrato del tribunale civile ha impugnato la decisione del governo Draghi e adesso punta dritto verso le proprietà di Berlino nella Capitale. Si tratta, a oggi, di uno scenario possibile. Ma spetta alla Corte Costituzionale esprimersi.
Da un lato c’è il diritto delle vittime a vedere riconosciuto ciò che gli è dovuto. Dall’altro ci sono i delicati rapporti tra Stati. L’esecutivo guidato da Draghi aveva cercato di trovare una soluzione politica, più che giudiziaria: con il decreto legge numero 36 del 30 aprile 2022 il governo italiano ha stabilito che la Germania non deve rifondere le vittime italiane del Terzo Reich. Per questo Roma mette a disposizione delle famiglie che hanno avuto dei parenti assassinati dai nazisti un fondo da 20milioni di euro.
Ma qual è la conseguenza di queste decreto legge? “Le procedure esecutive non possono essere iniziate o proseguite e i giudizi di esecuzione eventualmente intrapresi sono estinti”. Insomma nessun nuovo processo contro Berlino per gli italiani assassinati tra il primo settembre 1939 e l’otto maggio 1945. Inoltre le cause vinte non potranno portare a pignorare le proprietà tedesche nel nostro Paese.
La replica di Iappelli
Ora, però, c’è la nuova replica del giudice Iappelli: “I creditori, cui la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto a vedere accertata dinanzi a un giudice italiano la lesioni dei diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano dalle forze del Terzo Reich subirebbero la soppressione del loro diritto di procedere ad esecuzione forzata in ragione dei titoli di condanna ottenuti”. E ancora: “Il legislatore sembra aver creato (…) uno sbilanciamento a favore della parte esecutata del presente procedimento, esentando la Germania dagli effetti pregiudizievoli della condanna”.
“Questo squilibrio fra le parti processuali – prosegue il magistrato – non trova un contrappeso nella costituzione di un fondo di ristoro”. E infine: La Germania “sarebbe l’unico Stato sovrano dell’Unione Europea che potrebbe sottrarsi dall’esecuzione forzata di titoli di condanna in suo danno per la lesione di diritti inviolabili della persona”.
Il caso in Italia è stato sollevato dal giudice Iappelli dopo i processi vinti dai figli di Giorgio Angelantonio, deportato a Dachau, a dagli eredi del partigiano Gualberto Cavallina, altra vittima dei nazisti.