Il trapper Baby Gang resta in carcere, il giudice: “Uso di cannabis come stile di vita”
Il trapper Baby Gang resta in carcere, il giudice: “Uso di cannabis come stile di vita”
Il gip di Milano Guido Salvini ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dall’avvocato difensore di Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang. Il trapper 21enne è stato arrestato insieme ad altri ragazzi dopo la sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio in via di Tocqueville, strada della movida milanese.
I giovani hanno sparato e gambizzato due senegalesi. Il legale di Mouhib, Niccolò Vecchioni, aveva chiesto per il suo assistito gli arresti domiciliari presso una comunità per “affrontare i problemi relativi all’abuso di sostanze”.
Tuttavia, secondo quanto scritto nel provvedimento dal gip di Milano, in questo caso, l’uso di cannabinoidi non è “qualificabile come dipendenza in senso stretto ma piuttosto espressione di uno stile di vita”. E allo stesso modo il “consumo di alcol” è “uso voluttuario” per “momenti di incontro o di esibizione musicale”.
Dunque, agli atti non ci sono relazioni su “alcun consumo problematico di sostanze psicotrope” da parte del trapper. Secondo il legale, è un “provvedimento fortemente criticabile perché nega il diritto di cura a un 21enne e sminuisce la sua condizione patologica, assumendo che l’uso di droga e alcol sarebbe un fatto ‘ordinario’ da parte di un rapper e quindi che si tratta di una situazione non meritevole di alcun intervento terapeutico”, riporta l’Ansa.
Inoltre, spiega l’avvocato, “in un altro passaggio il giudice individua come motivo della necessità del mantenimento in carcere il fatto che il mio assistito rappresenterebbe un modello negativo per il suo pubblico, avendo sfruttato i proprio comportamenti illegali per costruire il suo successo come artista, senza considerare che si discute di un soggetto sostanzialmente incensurato che ha avviato un serio percorso di revisione critica del proprio stile di vita”.