Traffico di droga a Napoli, sedicenne uccide l’amico di infanzia
A Napoli un ragazzo di 20 anni, Gennaro Ramondino, è stato ucciso e dato alle fiamme da un 16enne suo amico d’infanzia. L’omicidio risale allo scorso agosto. Secondo gli inquirenti, il movente è da ricondurre al giro d’affari” legato allo spaccio di droga nel quartiere Pianura.
Lo scorso 18 ottobre al sedicenne, già detenuto per altri crimini nell’istituto penale di Nisida, è stata notificata l’applicazione della custodia cautelare all’esito di un’indagine condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli e della locale Procura per i Minorenni.
Il cadavere di Gennaro Ramondino era stato ritrovato lo scorso primo settembre dai Vigili del Fuoco tra le sterpaglie di via Torre Poerio, alla periferia di Pianura, durante un intervento per spegnere un incendio.
L’omicida avrebbe agito su mandato di un boss locale della Camorra. Dopo aver ordinato l’omicidio, tuttavia, il clan ci avrebbe ripensato, temendo che il delitto avrebbe potuto attirare l’attenzione delle forze dell’ordine.
Il ragazzino però ha comunque dato esecuzione all’ordine ricevuto e ha ucciso l’amico a colpi di pistola. Il cadavere di Gennaro Ramondino è stato trascinato in campagna, dove è stato dato alle fiamme per tentare di occultare le tracce.
Sia il giovane assassino sia la sua vittima sono considerati vicini alla “nuova paranza dei bambini” di Pianura, la banda che, approfittando degli arresti che si erano abbattuti sugli altri clan, aveva guadagnato potere nel traffico di droga.
Come riporta NapoliToday, nei giorni scorsi era stato fermato un altro giovane – maggiorenne – ritenuto gravemente indiziato dei reati di favoreggiamento, occultamento e distruzione di cadavere. Secondo gli investigatori, il ragazzo avrebbe aiutato il sedicenne a disfarsi del corpo di Ramondino distruggendo anche l’auto utilizzata per trasportarne il cadavere. La Polizia ha anche ritrovato l’arma utilizzata per l’omicidio, sotterrata in una zona di campagna di Pianura.