Covid colpisce solo anziani? “Io, 35enne di Genova ossigenato col casco, sono la prova che non è così”
TPI ha raccolto la testimonianza di Michele, genovese di 35 anni ricoverato per Covid: "Mi hanno messo la testa dentro un casco di ossigeno da tenere 24 ore su 24, alimentandomi solo con la flebo. Ai giovani dico: mettete la mascherina"
Michele Frassinetti detto “Miky”, è un imprenditore di Genova. Ha 35 anni, una vita passata a organizzare eventi in tutta Italia, in particolare nella sua città di origine. Eventi per discoteche, ma anche congressi, matrimoni, feste in piazza di Comuni e associazioni. Michele è uno dei tanti giovani che ha scelto la strada dell’impresa e della partita IVA per provare a creare valore nel territorio. Soffre di asma, ha contratto il Covid-19 nella sua città, colpita da un numero molto elevati di contagi. “Ho indossato sempre la mascherina, ma potrei averlo contratto in un ristorante”. A TPI, ancora ricoverato in ospedale, ha raccontato la sua esperienza, che è anche un messaggio per le nuove generazioni, e ha commentato la vicenda del presidente della Liguria Giovanni Toti, finito nella bufera per il tweet sugli anziani “non indispensabili” al sistema produttivo.
Il 14 ottobre inizio ad avere problemi di asma, ho raffreddore ma niente febbre. Dopo tre giorni la febbre arriva a 38.2 Piano piano la situazione peggiora e vengo ricoverato all’ospedale San Martino di Genova con polmonite bilaterale da Covid-19. Rimango 3 giorni e mezzo su una barella al pronto soccorso, in mezzo a centinaia di malati Covid. Avevamo la mascherina e l’ossigeno: ci trovavamo in 30 in una stanza, non c’era spazio, non c’erano letti e reparti. Mi hanno messo la testa dentro un casco di ossigeno da tenere 24 ore su 24, alimentandomi solo con la flebo. Potevamo aprirlo solo pochissime volte al giorno per bere. Dopo questo periodo sono stato trasferito, finalmente, in un letto e una camera. Tante persone soffrivano, urlavano dal dolore. Ho pregato tanto. Ho anche comprato un peluche di orso su Amazon da mandare alla mia famiglia, così che mia madre potesse abbracciarlo al posto mio.
Molti giovani e meno giovani sono scettici, non credono al Covid-19, che viene considerato come una specie di influenza stagionale. In realtà è molto invasivo e può essere devastante, è letale e può colpire non solo le vie respiratorie ma creare anche problemi cardiovascolari e ictus. Nessuno deve sottovalutarlo, in particolare gli anziani, che se affetti già da altre patologie reagiscono con maggiore difficoltà, visto che il virus colpisce più parti vitali del corpo e le terapie che abbiamo al momento purtroppo non sempre riescono a salvarli.
Il tweet di Toti, o di chi lo ha scritto del suo staff, l’ho trovato di cattivo gusto, per essere gentili, dato che i miei genitori rientrano nella categoria descritta dal Presidente della regione. Proviamo a considerarlo fra le righe come un monito agli anziani a restare a casa in un momento grave e pericoloso per la sanità italiana.
Io vedo tanti sforzi da parte di medici ed infermieri, ma un sistema che non sta reggendo. Sono troppo pochi e non ce la fanno davvero più. Avendo avuto un letto ed una stanza con costanti cure e attenzioni mi sono ripreso. Poi sono stato improvvisamente trasportato in un’altra struttura, l’ospedale Maragliano. A me sembrava un’opportunità di rinascita e riabilitazione. In realtà l’intera struttura è oggi dedicata a pazienti Covid-19 e non esiste un ambiente dove un giovane della mia età possa essere collocato per una terapia riabilitativa, respiratoria e psicologica.
Il nostro settore è morto, e quali aiuti ci sono stati? Al massimo i 600 euro, per chi li ha avuti. Chi paga oggi Inps e commercialista? Chi paga cibo, alloggio e bollette di tutti questi mesi? Siamo messi davvero molto male.