Torino, direttrice del supermercato vieta il bagno alle cassiere: “Tenetevi la pipì per 4 ore”. Sospesa, i sindacati protestano: “Non basta”
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Direttrice del supermercato vieta il bagno alle cassiere: “Tenetevi la pipì”
“Avete quattro ore? In quelle ore vi tenete la pipì addosso, voi in bagno non ci andate più”. Questo è solo un frammento del messaggio vocale che la direttrice di un supermercato ha inviato alle sue dipendenti. Il supermercato in questione è un punto vendita della catena MD a Brandizzo, nel Torinese, e il messaggio era rivolto alle cassiere.
Il vocale, inviato all’inizio del mese tramite il gruppo WhatsApp utilizzato dalla direttrice per comunicare con le dipendenti, doveva rimanere privato ma è stato diffuso dopo che l’azienda ha ignorato ripetutamente le richieste di incontro dei sindacati. In risposta, MD ha preso le distanze dal comportamento della direttrice, sospendendola dal suo incarico. L’azienda ha inoltre dichiarato che la direttrice, durante un incontro, ha ammesso di aver sbagliato e si è scusata, attribuendo il suo comportamento a un momento di nervosismo.
Nel frattempo, davanti al supermercato MD di Brandizzo, si è svolto il 20 giugno un presidio organizzato dal sindacato Uiltucs di Ivrea per protestare contro le condizioni di lavoro nel punto vendita. Francesco Sciarra, segretario generale del sindacato, ha spiegato: “Abbiamo chiesto al sindaco di intervenire per portare MD al tavolo delle trattative. Non è accettabile risolvere la questione con soli cinque giorni di sospensione per la direttrice”.
Sciarra ha aggiunto: “MD nasconde una gestione del personale che non rispetta gli standard normali. La situazione a Brandizzo, come emerge dal vocale, riflette problemi quotidiani nella gestione del lavoro, dalle turnistiche alla sicurezza precaria. Spero che questa attenzione mediatica stimoli ispezioni da parte delle autorità competenti. Non chiediamo l’impossibile, solo il rispetto dei diritti contrattuali, ma riceviamo invece ritorsioni sotto forma di trasferimenti e turni estremi. Considerando che il 90% del personale è composto da donne e mamme con contratti da 24 ore settimanali, questa situazione crea un’inferiorità nella gestione del rapporto di lavoro”.