“Ti prego fatti intubare”: Niccolò racconta la morte del padre No vax
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Il Covid continua a uccidere e lo fa soprattutto tra i No vax, l’ultima terribile storia arriva da Vicenza e la racconta Niccolò a Repubblica.
Il padre di Niccolò, Alessandro Mores, 48 anni, non era vaccinato ed è morto all’ospedale San Bortolo dopo aver rifiutato l’intubazione: “Fatemi firmare per non essere intubato, tanto guarisco lo stesso”, aveva detto ai medici.
Il giovane Niccolò aveva cercato di convincerlo fino all’ultimo, era stato lui a chiamare il 118 quando la salute del padre si era aggravata e l’uomo non riusciva più a respirare. Stava male da circa dieci i giorni, aveva la febbre altissima, non riusciva a muoversi da letto e negli ultimi giorni non mangiava più. Alessandro sosteneva che “Omicron non è pericolosa”, dopo il ricovero si è spento in poco tempo. I suoi polmoni sono stati divorati dal virus.
L’uomo faceva il rappresentante di generi alimentari e aveva cinque figli, Niccolò era uno di questi. Il giovane ricorda parola per parola l’ultima videochiamata con cui ha cercato di convincere il padre ad accettare le cure: “Papà – ha raccontato – proprio tu che hai sempre rimproverato a me di avere la testa dura. Ti prego, metti da parte l’orgoglio, fatti intubare. Fallo per noi che ti aspettiamo a casa”. Non c’è stato niente da fare.
In famiglia erano tutti vaccinati tranne Alessandro. Il figlio racconta che il padre non è sempre stato No vax ma che aveva patito pesantemente il periodo della pandemia: “Prima gli hanno impedito di lavorare, poi hanno chiuso i locali, poi l’hanno risarcito tardi e male. Aveva perso la fiducia nelle istituzioni, si era convinto che stessero tutelando qualche interesse occulto”.
In quella videochiamata prima della morte Niccolò dice di aver giocato la sua ultima carta: “L’ho implorato. Ho pianto davanti a lui. Con me c’erano due dei miei fratelli. Lui continuava a dire: ci sentiamo dopo. Come per tagliare la conversazione. Poi alle 3 di notte mi hanno comunicato che era morto”.
A chi ancora si ostina a non vaccinarsi il giovane dice “di pensare che a casa c’è sempre qualcuno che attende il loro ritorno. Solo questo. Mio padre non era un ignorante o un egoista. È stato lui ad insegnarci il valore del sacrificio sul lavoro, del rispetto per il prossimo, soprattutto per i più deboli. Ce l’hanno invidiato in tanti, il mio papà”.