È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Il nuovo numero di The Post Internazionale è disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App e da domani, venerdì 9 agosto, in tutte le edicole
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 9 agosto, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in Italia, storie inedite e reportage dal mondo, e grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani.
La guerra in Medio Oriente. Il nuovo ordine mondiale alternativo della Cina. E poi il conflitto in Myanmar, le proteste in Kenya, la “mission impossible” di Kamala Harris. Storie dal nuovo disordine mondiale.
Approfondimento sul muro di Gaza. È alto dai 6 ai 10 metri, costruito in cemento armato e filo spinato. Presidiato, da un lato, dai militari egiziani e, dall’altro, dalle truppe israeliane che hanno invaso Rafah. Sembra Berlino ai tempi della Guerra fredda. Ma è la barriera che da 17 anni isola la Striscia.
E ancora, la testimonianza del medico israeliano che ha salvato la vita al leader di Hamas. Dal 1996 al 2011 fu il dottore personale di Yahya Sinwar in carcere. Scoprì un ascesso cerebrale e lo fece operare d’urgenza. “Disse che mi era debitore. Ma la sua ricompensa è stata rapire mio nipote nei raid del 7 ottobre”.
Per anni il Qatar ha inviato ogni mese milioni di dollari a Gaza con il consenso di Israele. Finanziando di fatto Hamas. Tel Aviv incoraggiava questa politica volta a dividere la Striscia e la Cisgiordania e a indebolire l’Anp. Ecco il doppio gioco di Netanyahu.
Inoltre, un reportage dal Libano che racconta la rabbia dei giovani palestinesi. La mancanza di lavoro, istruzione e diritti. L’impossibilità di costruirsi un futuro e lo sdegno per la guerra a Gaza. Siamo entrati nel campo profughi di Shatila per capire come i gruppi armati guadagnano consensi e reclute.
E ancora: reportage dalla piccola Gaza della Cisgiordania. A Jenin si combatte da molto prima del 7 ottobre. Il cimitero è stato ampliato per seppellire gli adolescenti uccisi negli scontri con l’esercito israeliano. Qui sempre più giovani lasciano gli studi e il lavoro per imbracciare il fucile. L’alternativa è la morte o il carcere.
Sciogliere la rete di alleanze degli Usa. Escludere dalle istituzioni sovranazionali i “valori occidentali”. Abbattere il dominio del dollaro. E controllare le nuove tecnologie. Così Pechino vuole cambiare i rapporti di forza globali. A favore di un mondo multipolare. Ecco l’ordine internazionale alternativo della Cina.
Paladina dei diritti ma anche sergente di ferro contro l’illegalità. La doppia natura di Kamala Harris non l’ha aiutata a imporsi come erede di Biden. Ora con il ritiro di Joe ha una grande occasione. Ma per conquistare la Casa Bianca dovrà riuscire a trovare una narrazione chiara e univoca degli Usa.
Infine, un approfondimento sulla Generazione Zeta che vuole cambiare il Kenya. Nel più importante Paese dell’Africa centro-orientale, già piegato dalle disastrose alluvioni di maggio, gli studenti marciano insieme ai ragazzi delle baraccopoli per chiedere alla politica di fare qualcosa contro povertà, corruzione e privilegi.
Questo e molto altro nel nuovo numero del settimanale The Post Internazionale in edicola da domani e disponibile già da ora nella versione digitale.
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