Madre ripudiata dalle figlie testimoni di Geova: “Colpa di una trasfusione”, “Non è vero, ci maltrattavi”
Nei giorni scorsi si era diffusa sui principali media italiani la notizia di una donna della provincia di Salerno che denunciava di essere stata abbandonata da tre delle sue figlie, Testimoni di Geova, perché aveva accettato di sottoporsi a una trasfusione di sangue, pratica vietata dai seguaci di Geova. La donna, Grazia Di Nicola, 48 anni, aveva anche detto di essere stata espulsa dalla comunità religiosa.
Le tre figlie in questione, attraverso la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, hanno però categoricamente smentito. Le ragazze sostengono di essersi allontanate dalla madre, la 48enne, non per motivi di matrice religiosa, ma per presunti maltrattamenti psicologici e fisici che avrebbero subito dai genitori. E aggiungono che la donna, a differenza loro, non sarebbe una testimone di Geova.
“Il motivo per cui non siamo più in casa con lei non ha niente a che fare con le nostre credenze religiose. Ciò che ci ha spinto a lasciare casa nostra sono stati i continui maltrattamenti psicologici e fisici a cui ci sottoponevano i nostri genitori (entrambi non Testimoni di Geova) per obbligarci ad abbandonare la nostra religione”, scrivono le figlie in una nota, in cui comunque chiariscono di rispettare la loro mamma “a prescindere dalle decisioni che ha preso in campo religioso”.
Le ragazze affermano anche che i genitori avrebbero fatto pressioni su di loro per convincerle ad abbandonare il culto di Geova.
“Per ben 17 giorni siamo state vittime di insulti e percosse da parte loro. A un certo punto, a ottobre 2016, nostra madre è arrivata a darci un ultimatum di un mese per farci cambiare le nostre idee e portarci a ‘pensare come lei’. Quel giorno stesso, però, lei stessa ha mandato via di casa una di noi dopo averla picchiata fino al punto di farle perdere conoscenza”, si legge nella nota diffusa dalle figlie di Grazia Di Nicola.
“In quell’occasione questa nostra sorella è finita all’ospedale, dopodiché ha informato i carabinieri di quanto era accaduto. Noi sorelle non abbiamo mai voluto far perseguire penalmente nostra madre e nostro padre per gli abusi subiti (sono sempre i nostri genitori), ma abbiamo notato che il loro comportamento è andato via via peggiorando”.
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