Bergamo, test sierologici su 10mila cittadini: il 57 per cento è positivo al Coronavirus
Test sierologici a Bergamo, 57 per cento dei cittadini positivo
L’Azienda per la Tutela della Salute (Ats) di Bergamo ha reso noti i risultati dei test sierologici ai quali, dal 23 aprile al 3 giugno, sono state sottoposte 20.369 persone, di cui 9.965 cittadini e 10.404 sanitari. Secondo i test la percentuale di positività dei cittadini è del 57 per cento, mentre tra il personale sanitario questa scende al 30 per cento. Percentuali alte che non sorprendono, considerando che la bergamasca è stato il principale focolaio di Covid in Italia, come documentato da TPI nell’inchiesta relativa alla mancata chiusura della Val Seriana a inizio marzo 2020. Ci sono diversi elementi a sostegno della tesi per cui la mancata istituzione di una zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, e cioè i due comuni che, secondo una nota dell’Istituto Superiore di Sanità visionata in esclusiva da TPI, dovevano essere chiusi già a partire dal 2 marzo, ha aumentato in modo esponenziale il numero di contagi nella provincia di Bergamo. Perché, durante quei giorni e prima del lockdown nazionale imposto dal governo il 9 marzo, molte persone già contagiate hanno continuato a spostarsi verso il capoluogo lombardo e altrove.
In quei giorni “i buoi erano già scappati dal recinto”, ha affermato il professor Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, in un’intervista a TPI. Secondo i dati Istat, che tengono conto di tutte le morti registrate, e non solo di quelle direttamente conseguenti dal Coronavirus, dal primo marzo e il 4 aprile 2020, a Bergamo c’è stato un boom di decessi rispetto al 2020, pari a oltre il 382,8 per cento. Inoltre, sempre secondo l’Istat a Nembro nei primi 21 giorni di marzo si è registrato il 1000 per cento in più di morti rispetto al 2019. Nella vicina Alzano Lombardo si è arrivati a + 1022 per cento. Con un picco massimo nel piccolo comune di San Pellegrino Terme, con un incremento del 2000 per cento. Si tratta di una mortalità dell’1 per cento dell’intera popolazione di quei comuni, più alta di quella riscontrata a Wuhan, in Cina. Non stupisce dunque che oltre la metà del campione sottoposto ai test sierologici dell’Ats a Bergamo risulti positiva al Coronavirus.
L’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura della Val Seriana per punti:
- Quel 23 febbraio ad Alzano Lombardo: così Bergamo è diventato il lazzaretto d’Italia (Parte I inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- ESCLUSIVO TPI: Una nota riservata dell’Iss rivela che il 2 marzo era stata chiesta la chiusura di Alzano Lombardo e Nembro. Cronaca di un’epidemia annunciata (Parte II inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Il dirigente condannato, l’assessore incompetente, il direttore pentito. La catena di comando che poteva fermare il virus all’ospedale di Alzano Lombardo ma non l’ha fatto (Parte III inchiesta di Francesca Nava su TPI)
- Quel decreto del 23 febbraio ignorato da tutti: Alzano e Nembro dovevano essere chiusi anche con un solo positivo
- “In Lombardia non si potevano fare zone rosse, non si poteva fermare la produzione”: parla a TPI il presidente di Confindustria Lombardia
- Coronavirus all’ospedale di Alzano: dopo l’inchiesta di TPI la Procura di Bergamo indaga per epidemia colposa
- Quelle migliaia di vittime che potevamo risparmiarci con la zona rossa ad Alzano e Nembro: i dati che certificano una tragedia
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- Dopo l’inchiesta di TPI sulla mancata chiusura di Alzano e Nembro, dalla Protezione Civile una prima conferma: la nota riservata dell’Iss era stata letta e valutata dal comitato scientifico
- Alzano, dopo l’inchiesta di TPI la Procura di Bergamo indaga per epidemia colposa
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