Terza dose, mascherina, green pass, zona bianca: Speranza fa il punto della situazione Covid in Italia
Probabile terza dose di vaccino, la faremo dai medici di base. Presto via libera all'uso del vaccino Pfizer anche nella fascia tra i 12 e i 15 anni. Il Green Pass sarà necessario anche per i paesi extra Ue. Le mascherine al chiuso serviranno ancora
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha affrontato tutti i temi principali legati all’emergenza Covid in Italia nell’intervista con Fabio Fazio a “Che tempo che fa” andata in onda ieri sera, domenica 30 maggio. Probabile terza dose di vaccino, la faremo dai medici di base. Dopo l’ok dell’Ema (l’agenzia europea per i medicinali), anche l’Agenzia italiana per i farmaci (Aifa) darà il via libera all’uso del vaccino Pfizer anche nella fascia tra i 12 e i 15 anni. Il Green Pass sarà necessario anche per i paesi extra Ue. Le mascherine al chiuso serviranno ancora.
Vaccini Covid
“Siamo in una fase nuova, diversa. La campagna di vaccinazione ha cambiato la situazione, siamo arrivati a oltre 34 milioni di dosi. Un pezzo significativo di paese ha avuto la prima dose, oltre un terzo. Abbiamo protetto la stragrande maggioranza delle persone più fragili e questo ci mette in condizione di guardare con fiducia alle prossime settimane, dobbiamo continuare a correre. A giugno avremo ancora più dosi e potremo correre ancora di più, dobbiamo avere fiducia ma dobbiamo tenere i piedi per terra continuando un percorso di gradualità. Dobbiamo mantenere questo approccio anche in estate, mascherina e distanziamento restano fondamentali. Ma un po’ alla volta ci sono le condizioni per riassaporare tante cose che abbiamo dovuto mettere da parte”, dice il ministro della Salute Roberto Speranza.
Terza dose: serve?
“In questo momento non abbiamo certezze assolute, ma tutti i nostri scienziati ci dicono che sarà molto probabile dover ricorrere ad una terza dose come richiamo necessario, eventualmente potranno esserci modifiche dei vaccini per poter coprire meglio alcune varianti. Io ho 42 anni, dopo il 3 giugno potrò anche io avere il vaccino. Ho scelto di vaccinarmi presso il mio medico di famiglia e credo sia giusto. Bisognerà dunque passare da una fase straordinaria ad una fase ordinaria e penso che questa nuova ordinarietà possa essere affidata alla nostra straordinaria rete di medici di medicina generale. Oggi dobbiamo correre e recuperare un vaccinato in più, ma se penso ad un periodo più lungo dobbiamo tornare ad una gestione ordinaria“, afferma.
Vaccini per 12enni – 15enni
L’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ha autorizzato il vaccino Pfizer tra i 12 e i 15 anni. “È una notizia molto importante e positiva, conferma che i vaccini sono efficaci e sicuri. Aifa farà la propria parte nelle prossime ore dando seguito al pronunciamento dell’Ema e avremo la possibilità di usare il vaccino Pfizer tra i 12 e i 15 anni, è molto importante in vista della ripresa della scuola a settembre. Io ho un’opinione molto chiara e molto netta, credo si debbano usare il più possibile i pediatri di libera scelta, sono di straordinaria qualità, hanno radicamento sul territorio e un rapporto di fiducia con le famiglie”, dice il ministro. “Vorrei che ci fosse il massimo protagonismo dei pediatri. Dobbiamo poi aspettare che le analisi ci forniscano ulteriori elementi sulle fasce d’età inferiori ai 12 anni: l’auspicio è che da settembre-ottobre arrivino ulteriori notizie positive. Prima di settembre dobbiamo arrivare ad aver vaccinato la stragrande maggioranza delle persone tra i 12 e i 18 anni“.
Green Pass
A metà giugno arriva il green pass in Italia. A luglio si attende il documento in ambito europeo. “Il green pass è un’arma importante, uno strumento per favorire la mobilità: sarà sia in formato cartaceo che digitale. In formato cartaceo è già disponibile, si è in condizione già oggi di ricevere un certificato di vaccinazione. È utilizzabile anche il certificato cartaceo dopo un tampone negativo. Il passaggio al digitale è la vera sfida, ci consentirà una vera interoperabilità con i paesi europei. Dobbiamo anche andare oltre: la prossima settimana c’è una riunione a Oxford tra i ministri della Salute dei paesi del G7, la mia proposta è che si vada oltre i limiti europei. Penso a Usa, Canada, Giappone. Lavoreremo affinché il green pass arrivi nel modo più semplice possibile: in cartaceo dove necessario, ma anche sul proprio telefonino. Un codice molto semplice consentirà di avere una migliore mobilità”, spiega Speranza.
Quando diremo addio alla mascherina?
“Credo che non dobbiamo avere fretta di abbandonare queste abitudini. Facciamo un passo alla volta. Penso che nei luoghi al chiuso abbiamo davanti un tempo significativo in cui dobbiamo conservarla. Dobbiamo mantenere prudenza e cautela. La mascherina non è un prezzo enorme, in una fase di transizione possiamo permetterci una cautela in più. Quando i nostri esperti ci diranno che ci sono le condizioni, la toglieremo prima all’aperto e poi al chiuso“, dice il ministro della Salute. “Io sono sempre stato considerato quello più duro, il rigorista. Dobbiamo mantenere questo atteggiamento di fiducia e prudenza. Le regole fondamentali non stravolgono l’esistenza: mascherina e distanziamento sono compatibili con una vita sostanzialmente regolare e normale. Non dobbiamo dimenticare i giorni difficilissimi che abbiamo passato”.
Zona bianca e discoteche
“Alcune attività non hanno ancora una data di ripartenza, come le discoteche. Ma al netto dei singoli settori, abbiamo linee guida per ogni segmento che riparte. Dal 15 giugno si può accedere con il green pass alle feste per i matrimoni: bisogna essere vaccinati, bisogna dimostrare di aver avuto il Covid negli ultimi 6 mesi o serve un tampone eseguito nelle ultime 48 ore”, ricorda il ministro. “Ci sono linee guida per parchi tematici e fiere, bisogna rispettare una serie di comportamenti. Si riapre, ma con grande cautela e prudenza. Stiamo tornando anche negli stadi, l’11 giugno si gioca la prima partita degli Europei: si entra allo stadio Olimpico solo se si è vaccinato, se si è avuto il Covid negli ultimi 6 mesi o se si è in possesso di un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore”, afferma ancora.
Variante indiana
“In questo momento la prevalenza della variante indiana in Italia è dell’1% secondo l’ultimo studio dell’Iss. Dalle prime indicazioni, i vaccini sono in grado di rispondere positivamente a questa variante contagiosa: i vaccini sono resistenti”, dice il ministro della Salute Roberto Speranza rispondendo ad una domanda sulla variante indiana, responsabile dell’aumento dei contagi in Gran Bretagna.