Terremoto L’Aquila, niente risarcimenti per i parenti degli studenti morti: “Condotta incauta”
Gli otto universitari morti sotto le macerie della Casa dello Studente a L’Aquila, in seguito al terremoto del 6 aprile 2009, ebbero una “condotta incauta”. Per questo i loro familiari non hanno diritto ad alcun risarcimento. Lo ha stabilito la Corte d’Appello aquilana, confermando la sentenza civile di primo grado che sollevava da qualsiasi responsabilità la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il verdetto d’appello è stato pronunciato oggi, lunedì 15 luglio 2024. Secondo quanto riporta il quotidiano abruzzese Il Centro, i parenti delle vittime non solo non avranno nessun risarcimento, ma dovranno anche pagarsi le spese legali, quasi 14 mila euro.
Così come in primo grado, la Corte d’Appello ha escluso qualsiasi responsabilità per la morte degli studenti in capo alla Commissione Grandi Rischi che si era riunita a L’Aquila il 31 marzo del 2009, cinque giorni prima del tragico sisma, lanciando messaggi rassicuranti.
Stando ai giudici, non ci sarebbero prove certe che siano state effettivamente quelle rassicurazioni istituzionali a indurre gli studenti a dormire nell’edificio di via Gabriele D’Annunzio: mancherebbe insomma il cosiddetto “nesso causale” per attribuire responsabilità di natura civile.
In sede penale, il Tribunale locale aveva prima condannato a 6 anni i sette scienziati che avevano partecipato alla riunione, per poi assolverli in appello (ad eccezione di Bernardo De Bernardinis, l’allora vicecapo della Protezione civile, la cui condanna a due anni è stata confermata anche in Cassazione).
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