Milano, tenta di sfregiarlo con l’acido ma lui riesce a bloccarla: la stalker ai domiciliari
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Tenta di sfregiarlo con l’acido, ma lui riesce a bloccarla: la stalker ai domiciliari
Una storia come tante altre. Con un finale tragico, fortunatamente sventato. Fabio e Roberta si conoscono in una galleria d’arte. Lei è sposata, lui ha due figlie, ma è divorziato. Iniziano a frequentarsi. E quella che era nata come una semplice amicizia diventa qualcosa di più. Fino al lockdown, quando i due sono obbligati a interrompere i loro incontri. Mai, Fabio avrebbe potuto immaginare che quella donna avrebbe tentato di rovinargli per sempre la vita.
Come raccontato dallo stesso Fabio, dopo il primo periodo di chiusura a causa della pandemia le uscite riprendono. Ma a un certo punto lui decide di chiudere e dirada gli incontri. Roberta perde la testa: messaggi, telefonate, minacce sui social e di persona.
Inizia per Fabio un periodo di preoccupazione a causa dell’accanimento dell’ex amante nei suoi confronti. A oggi, ancora sposata. Poi, l’atto finale: il tentativo di sfregiarlo con l’acido muriatico. Fallito.
“La vidi, scesi sotto l’ufficio, misi il casco e le dissi: se ti avvicini chiamo la polizia”. Roberta fece qualche passo, con un flacone di plastica in mano. Per fortuna, però, non ha fatto in tempo ad aprirlo e Fabio ha avuto la prontezza di sottrarglielo. A tre mesi di distanza, Fabio, assistito dall’avvocata Silvana Dibenedetto, ricorda l’episodio: i secondi che gli consentirono di afferrare il braccio della sua stalker, mentre era al telefono con l’operatore del 112, strappare il flacone prima che venisse aperto ed evitare di essere sfregiato. La volante, che lo raggiunse in piazzale Baracca, sequestrò l’acido.
Un pezzo di quella storia era già stata messa a verbale in una prima denuncia negli uffici di via Fatebenefratelli: “Solo ad agosto – racconta Fabio, manager con studio dalle parti di corso Magenta – tra messaggi vocali, Whatsapp e telefonate bloccate erano arrivati qualcosa come 5.472 contatti, più di 160 al giorno. La funzionaria quel giorno me lo disse: stia attento, perché in questi casi gli uomini ammazzano, le donne si vendicano tirando l’acido. E fu davvero ottima profeta, mi mise in guardia”.
Mercoledì prossimo la vicenda approderà davanti al gup Ezia Maccora, dopo che Roberta, accusata delle persecuzioni e attualmente agli arresti domiciliari, ha optato per il rito abbreviato.