La Tenente guida il balletto “Jerusalema” e la Marina avvia un’azione disciplinare. Lei si difende: “Non ho fatto niente di male”
Balletto in divisa, la tenente di vascello rischia punizione | VIDEO
Una Tenente di vascello della provincia di Pescara è stata sottoposta a un provvedimento disciplinare per avere improvvisato un balletto con gli allievi della Mariscuola di Taranto durante la cerimonia di giuramento lo scorso giovedì. Il passo di danza dell’ufficiale della Marina Militare sulle note del tormentone estivo Jerusalema, canzone molto popolare su TikTok, è stato filmato con uno smartphone da uno spettatore e diffuso sui social. Il video è diventato virale e a quel punto è partita la comunicazione dell’avvio di un procedimento disciplinare di rigore nei confronti della Tenente.
Il direttore ai corsi della Scuola Sottufficiali contesta alla donna: “Un comportamento non consono e lesivo dell’immagine sua e della Forza Armata”, si legge nel documento datato 6 agosto scorso. Nello specifico, la Tenente di Vascello, in qualità di Comandante, “promuoveva e partecipava ad un evento deplorevole nei modi e nella forma violando le consegne assegnate ed impiegando in maniera impropria le armi assegnate al proprio reparto. L’ufficiale in parola metteva in scena una serie di movimenti, accompagnati da musica, suoi e delle compagnie armate, riconducibili ai cosiddetti ‘Flash Mob'”, scrive la Marina nel verbale.
La Tenente si difende: “Non ho fatto niente di male, non ho gettato alcun discredito sulle forze armate”, riporta il suo avvocato Giorgio Carta. Il quale spiega che “in ballo c’è una carriera”, e aggiunge che “un’azione di rigore può arrecare gravi conseguenze anche sulla libertà personale”. “Mi auguro che alla fine i vertici militari ci ripensino”, spera il legale.
“Quando lo ha saputo era molto meravigliata”, continua l’avvocato “si è sempre dedicata col massimo impegno al suo lavoro, non avrebbe mai immaginato che un momento spensierato di fine corso potesse portare a una cosa del genere”. Il legale spiega inoltre che “A causa del Covid il giuramento si è tenuto a porte chiuse, i militari non hanno mai avuto la libera uscita e non hanno potuto trascorrere la giornata insieme ai parenti”. L’ufficiale, continua l’avvocato, “ha solo cercato di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute sottoposte a eccezionali precauzioni e a isolamento dal resto del mondo”.