Su Telegram jihadisti esibiscono foto di Silvia Romano convertita all’Islam come trofeo
Su Telegram jihadisti esibiscono foto di Silvia Romano
Nelle ultime ore su alcuni canali Telegram della propaganda jihadista sono state condivise e commentate le foto del rientro in Italia di Silvia Romano ritratta sana e salva, sorridente e vestita con la lunga tunica verde come un successo dai terroristi, la loro vittoria religiosa. È quanto emerso dall’inchiesta per sequestro a scopo di terrorismo internazionale che è stata aperta dalla procura di Roma e dai carabinieri del Ros.
Con la liberazione e il ritorno a casa di Silvia Romano gli investigatori stanno infatti cercando di capire che cosa sia successo in quei 18 mesi di prigionia nelle mani di Al Shabaab, l’organizzazione terroristica somala responsabile del rapimento della giovane cooperante italiana.
Per gli inquirenti la conversione all’Islam di Silvia Romano è un passaggio chiave anche per capire se ci siano state pressioni sulla ragazza. Una fonte dell’Aise, citata da Repubblica, spiega che “Questo tipo di conversioni di solito si consolida su tre moventi: il plagio, la convenienza (la speranza, cioè, di ottenere un trattamento migliore da parte dei sequestratori, ndr) e la classica sindrome di Stoccolma. Ma c’è anche chi, seppur è un caso più difficile, matura una convinzione profonda”.
“Queste storie – scrive Repubblica in lungo articolo di Repubblica a firma di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci – raccontano di una premeditata strategia comune: rispetto ai tempi dell’Isis e delle brutali esecuzioni pubbliche, i recenti sequestri mettono al centro, come bene prezioso perché più remunerativo in termini di immagine e di riscatto in denaro, la vita degli ostaggi. Mostrarli al mondo mentre tornano a casa in buona salute, convertiti al loro stesso Dio, è un eccellente strumento di propaganda”.
Silvia Romano è la terza prigioniera italiana che dopo il sequestro torna in Italia convertita all’Islam. Prima di lei Alessandro Sandrini, liberato dopo 3 anni di prigionia nel maggio 2019 in Siria, e Luca Tacchetto, rapito in Mali per 16 mesi con la sua fidanzata canadese, entrambi liberati a marzo di quest’anno.
L’articolo di Repubblica spiega anche che la conversione di Silvia Romano è nata su “un computer, non connesso ad Internet ma dove erano stati caricati video e testi sacri dai sequestratori”.
Silvia Romano ha raccontato di essersi convertita all’Islam senza costrizioni: “In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un po’ di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi, ho cominciato a leggere per curiosità e poi è stato normale: la mia è stata una conversione spontanea”.
Repubblica scrive che lo psicologo e gli analisti che hanno incontrato Silvia credono alle sue parole quando afferma di “aver scelto volontariamente l’Islam”. “Non aveva timore a guardare negli occhi gli uomini che la interrogavano, non evitava il contatto fisico. Ha ribadito più volte che la sua è stata una scelta personale, senza costrizione”, si legge.
Ma secondo quanto è emerso dalle indagini sono stati i carcerieri a fornirle il Corano quando Silvia Romano ha chiesto qualcosa da leggerle. Le hanno consegnato il pc senza connessione Internet al cui interno c’era un Pdf contenente dei testi sacri in inglese-arabo e filmati di dottrina religiosa. “Ma c’erano anche video sulla natura e sugli animali che mi facevano compagnia”, ha raccontato Silvia Romano agli investigatori.