Un simbolo per commemorare Agitu Ideo Gudeta: la petizione online
Una targa, un’effige, una strada intitolata ad Agitu Ideo Gudeta, un simbolo in memoria della 42enne uccisa da un collaboratore nella sua casa di Frassilongo, in Trentino. Questo è quanto chiede, attraverso una petizione lanciata su Change.org, Amin Nour, attivista e segretario di NiBi (l’associazione Neri italiani – Black italians). Intanto Adams Suleiman, il 32enne ghanese reo confesso dell’omicidio, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
A spiegare la scelta di non rispondere di Suleiman è stato ik suo avvocato difensore Fulvio Carlin, secondo cui il ghanese aveva già ricostruito i fatti e fornito tutti gli elementi utili in sede di primo interrogatorio. Durante l’interrogatorio di garanzia ha quindi fatto scena muta e il giudice ha confermato per lui la custodia cautelare in carcere. Suleiman si occupava di accudire gli animali nella stalla di Agitu, nella Valle dei Mocheni. Il suo legale ha spiegato che rievocare la vicenda lo mette in una situazione che è “già compromessa psicologicamente, una condizione di panico”.
Di seguito il testo della petizione:
“Chiediamo al sindaco Luca Puecher di Frassilongo e al Vicepresidente Maurizio Fugatti della giunta Lega della Regione del Trentino Alto Adige di erigere una statua, di intitolare una strada, una piazza, un parco o di apporre una targa commemorativa per l’imprenditrice agricola Agitu Ideo Gudeta, una donna straordinaria. Una effige commemorativa contro il femminicidio e come esempio d’integrazione. Chiediamo a tutte le fazioni politiche, dal centrodestra al centrosinistra di stringerci in questo ricordo come segno di riconoscenza per chi in Italia ci vive, contribuisce alla sua crescita economica e culturale.Come diceva Agitu “non tutte le persone che vengono qua, vengono per togliere”. Agitu Ideo Gude etiope trapiantata in Trentino da diversi anni per portare avanti la sua passione e la sua sfida: vivere in armonia con la natura e recuperare dall’estinzione la bellissima capra Mochena. Appena 18enne era dovuta fuggire dall’Etiopia, sua terra d’origine, a causa del suo impegno contro il land grabbing da parte delle multinazionali: le violenze e minacce ricevute per questa scelta le hanno permesso di ottenere lo status di rifugiata in Italia. Le sfide in agricoltura per una donna imprenditrice sono sempre molte ma Agitu non si è lasciata intimidire dagli attacchi razzisti e nemmeno dal rischio che il suo gregge potesse essere attaccato dagli orsi trovando la morte per mano del suo collaboratore a cui ha dato una speranza e futuro.