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A Taranto la prima candidata sindaco creata con l’intelligenza artificiale: “Così proviamo a elevare il confronto tra i politici reali”

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"Anna Luce D'Amico non è reale, ma i suoi contenuti sì", spiega a TPI uno degli ideatori dell'iniziativa, Pierluca Tagariello, responsabile della comunicazione di Roma Capitale. "L'IA, se ben guidata, è laica, oggettiva. Lavora su dati, contenuti, e propone soluzioni che devono essere poi sempre vagliate dall'umano"

Si chiama Anna Luce D’Amico, ed è la prima candidata sindaco creata con l’intelligenza artificiale. Una candidatura che è evidentemente una provocazione per sollevare il dibattito su un tema quanto mai delicato, frutto dell’inventiva di due professionisti della comunicazione, in vista delle elezioni comunali in programma a maggio a Taranto. La curiosa e brillante iniziativa è stata ideata da Pierluca Tagariello, responsabile della comunicazione di Roma Capitale, e Andrea Santoro, founder di Santoro comunicare.

Un nome non casuale, visto che Anna è uno dei più diffusi a Taranto, e D’Amico uno dei cognomi più popolari nella cittadina pugliese. E se l’IA rispondesse davvero meglio e in modo più efficiente dei politici in carne e ossa ai problemi delle persone? Domande provocatorie e attuali, su cui fa riflettere questa iniziativa, che nasce proprio in una città come Taranto, segnata da una grande sfiducia nei confronti della classe politica a causa di decenni di promesse non mantenute. La prima candidata sindaca creata con il supporto dell’intelligenza artificiale ha già un volto, un profilo social, un curriculum, un suo slogan: “Un sindaco vero. Per Taranto”, il manifesto elettorale e persino la spilletta. “Oggi, in un’epoca in cui la tecnologia sta migliorando ogni aspetto della nostra vita, perché non dovrebbe fare lo stesso con la politica?”, si chiedono gli ideatori. “Anna Luce D’Amico non è una politica come le altre. Non ha legami con partiti, lobby o vecchie logiche di potere. Non fa promesse irrealizzabili e non scende a compromessi con i giochi di palazzo. Si concentra su soluzioni, non su scuse”.

C’è anche il programma, con tanto di priorità dell’aspirante sindaca: “La tutela della salute e dell’ambiente, con decisioni basate su dati scientifici per garantire una bonifica efficace del territorio e una qualità della vita migliore. L’attenzione al lavoro e all’economia si traduce in un piano di sostegno alle piccole imprese, nella promozione di una riconversione industriale sostenibile e in una politica di sviluppo che favorisca l’occupazione senza compromettere la salute pubblica”. Ne abbiamo parlato con Pierluca Tagariello.

Da dove è nata l’idea di questa iniziativa?
“Mi occupo da 30 anni di comunicazione, per cui sono molto sensibile a questi temi. Negli ultimi due anni l’intelligenza artificiale è entrata prepotentemente nel mercato della comunicazione e della creatività, per cui è un qualcosa con cui noi professionisti del settore dobbiamo fare necessariamente i conti. Come Roma Capitale, ad esempio, di recente abbiamo lanciato Julia, un’assistente virtuale che fornisce informazioni su eventi culturali e altre iniziative che animano la città. Essendo originario di Taranto, inoltre, ho sempre seguito le complesse vicende politiche della mia terra, dove circa venti giorni fa è caduta la giunta. Da questi due elementi è nata l’idea di creare un candidato tramite l’IA, ma che sia in grado di proporre contenuti reali”.

Qual è dunque lo scopo concreto di questa idea provocatoria?
“Il senso è quello di contribuire a elevare il confronto tra i candidati reali. Un obiettivo pedagogico: l’intelligenza artificiale è uno strumento. Non è né un’operazione di marketing puro né di semplice esaltazione fine a se stessa dell’orgoglio tecnologico”.

Come siete arrivati a creare Anna Luce D’Amico?
“Insieme a chi ha abbracciato con me questo progetto, come Andrea Sartoro e Pietro Giliberti, abbiamo creato questa candidata virtuale facendo attenzione a tutti i dettagli. Abbiamo scelto ad esempio Anna e D’Amico che sono due dei nomi e cognomi più diffusi a Taranto, mentre l’aggiunta di Luce ha un chiaro intento simbolico ed evocativo. Con l’IA le abbiamo dato anche un volto, scegliendo una donna tra i 45-50 anni, e il curriculum di una persona di origini popolari che ha studiato, facendosi strada in ambienti ancora prettamente maschili. Il modello a cui ci siamo un po’ ispirati è quello di Imma Tataranni, un personaggio forte e anche spigoloso, divenuta popolare in questi anni grazie alla fiction di successo Rai”.

La vostra candidata virtuale ha già un programma.
“Anna Luce non è reale, ma i suoi contenuti sì. In questo momento stiamo portando avanti una campagna d’ascolto digitale, sottoponendo a chi vuole partecipare una serie di domande sui temi fondamentali per il futuro della città. Tante persone esperte di questi temi, che si sono appassionate al progetto, lavoreranno insieme all’intelligenza artificiale per definire dei punti programmatici. Si tratta del primo esperimento del genere in Italia, per cui vedremo come evolverà. Di certo ovviamente non si candiderà davvero né farà endorsement per nessuno dei candidati reali”.

Da esperto di comunicazione, possiamo quindi dire che la tecnologia, che ormai pervade la nostra quotidianità, può porsi al servizio anche della politica per provare a migliorarla?
“Esatto. L’IA ma in generale la tecnologia è ampiamente utilizzata in tutti i campi, dalla sanità all’ambiente, perché allora non farlo anche per la politica? Questo ovviamente non significa sostituire l’essere umano, ma porsi al servizio di politici illuminati che portino avanti un’amministrazione volta al bene dei cittadini. L’intelligenza artificiale, se ben guidata, è laica, oggettiva. Lavora su dati, contenuti, e propone soluzioni che devono essere poi sempre vagliate dall’umano, ma che possono essere efficienti”.

L’IA offre senz’altro grandi opportunità, ma quali possono essere i rischi legati a un suo utilizzo nella comunicazione politica?
“Come qualsiasi strumento tecnologico, può essere usato male o non governato, ed essere quindi fonte di ambiguità. L’intelligenza artificiale spesso si sbaglia, perché magari non è ancora aggiornata o si basa su fonti non sempre corrette. Bisogna quindi stare attenti a quello che propongono questi algoritmi, ed evitare di diffondere a nostra volta informazioni errate o fake news. Sono nuove opportunità che ci vengono offerte dall’innovazione tecnologica, che di per sé sono neutre, ma dipende sempre dall’uso che se ne fa, per questo è necessario un corretto intervento e un controllo da parte dell’uomo”.

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