Tamponi Covid falsi in Campania, chi sono i membri della banda
Tamponi Covid falsi in Campania, chi sono i membri della banda
TAMPONI COVID FALSI: ESCULIVA TPI – Una mega-truffa sui tamponi Covid è stata smascherata dai carabinieri del NAS di Napoli. Noi di TPI siamo entrati in possesso delle intercettazioni in cui i membri di un’organizzazione (al momento ci sono 17 indagati) effettuavano tamponi per la ricerca del Coronavirus senza avere i macchinari adatti a processare i campioni, né il personale specializzato per poterli eseguire. Il risultato? Questo tipo di attività (ingente per ammissione degli stessi soggetti coinvolti, che nei dialoghi intercettati parlano di migliaia di tamponi eseguiti) ha contribuito al diffondersi dell’epidemia, mettendo in pericolo la salute e la vita di molte persone.
Ma chi sono i protagonisti di guesta truffa? La banda era coordinata da un dottore del 118, il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza, che venendo meno al vincolo di esclusività alla sanità pubblica, approfittava della propria posizione di medico, dello stato pandemico e del conseguente assoggettamento psicologico da parte della gente. Accanto a lui un infermiere e una serie di persone non qualificate, tra cui anche la sorella di quest’ultimo e vari altri conoscenti, utilizzati prevalentemente per l’esecuzione dei tamponi Covid. E soprattutto il supporto di una azienda specializzata in protesi acustiche che metteva a disposizione il suo parco clienti, i locali della sua struttura e un macchinario per processare i tamponi. Appena la procura chiuderà il fascicolo, gli indagati potranno produrre documenti e depositare memorie che provino la loro eventuale estraneità ai fatti.
E veniamo proprio allo strumento a disposizione dell’organizzazione. Si tratta di una macchinetta per l’esecuzione e l’analisi dei tamponi nata per la ricerca dei virus negli animali e in particolare della brucellosi nelle vacche e che invece era stata modificata per l’occasione e quindi non era nemmeno omologata, né testata. I risultati sui tamponi Covid non potevano avere alcuna evidenza scientifica e probabilmente per le analisi venivano utilizzati kit diversi da quelli prescritti normalmente. Per ogni test venivano rilasciati anche dei certificati firmati proprio dal medico che coordinava le prestazioni.
L’organizzazione aveva cominciato la sua attività ben prima che la Regione Campania autorizzasse i laboratori privati ad eseguire i test per la ricerca del virus. Lo scorso 13 ottobre la Regione ha pubblicato l’elenco dei laboratori accreditati anche se subito la Federlab ha sottolineato che nella stesura degli elenchi ci sarebbero una serie di errori come la presenza di laboratori falliti o diventati Srl o la mancata indicazione di strutture invece in possesso di tutti i requisiti.