La scrittrice Susanna Tamaro: “Chi ci governa pensa che siamo un popolo di dementi”
"Diteci poche semplici cose, ma quelle giuste, come ha fatto la Merkel", è l'appello della celebre autrice di "Va' dove ti porta il cuore"
“Evidentemente chi ci governa pensa a noi italiani come a un popolo di poveri dementi”. La scrittrice Susanna Tamaro non usa mezzi termini e in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera critica il governo per le decisioni prese dall’inizio della pandemia di Covid-19 in Italia. “In tutti questi mesi non ho mai voluto intervenire sulla difficile emergenza che sta attraversando il nostro Paese”, scrive nell’articolo l’autrice di Va’ dove ti porta il cuore. “Era una situazione inedita, complessa, confusa, e complessità e confusione solitamente rendono difficile mettere a fuoco le cose. Ma dopo aver sentito il premier Conte proclamare che il futuro dell’epidemia dipenderà unicamente dai nostri comportamenti, ho sentito il bisogno di condividere alcune riflessioni”.
Tamaro racconta come, dallo scorso gennaio, vedendo le immagini provenienti da Wuhan, si sia interrogata sul messaggio che la Cina volesse lanciare al mondo, senza riuscire a darsi una risposta. “In quei giorni ero in montagna”, racconta, “una mattina mi sono svegliata con una sensazione strana, avevo i linfonodi del collo gonfi e un fondo di mal di gola. Mi sta per venire l’influenza, ho pensato, ma poi non è venuta, sono tornata a casa con un collo taurino di cui non sapevo farmi una ragione. Un pomeriggio mentre, nella penombra della cucina, addentavo una fetta di pane ricoperta di cioccolata spalmabile, mi sono resa conto di non percepire alcun gusto. Com’era possibile?”.
La scrittrice racconta di aver ricevuto pochi giorni dopo la telefonata di un amico medico cinese, che le ha inviato alcuni farmaci per rinforzare il suo sistema immunitario. L’amico sapeva infatti che la scrittrice è asmatica e ha avuto tre importanti polmoniti, così l’ha invitata a tenere la mascherina. “Quando a metà febbraio ho appreso che avevamo regalato, con moto di partenopea generosità, due tonnellate di materiale sanitario tra cui le introvabili mascherine alla Cina, che le produce, ho avuto un sussulto di stupore”, scrive Susanna Tamaro. “Bastava avere una cognizione minima di geografia, di storia e di igiene per essere consapevoli del fatto che non solo il virus sarebbe arrivato, ma che forse era già tra noi”.
Con l’arrivo del lockdown “improvvisamente diventiamo un Paese agli arresti domiciliari”, sottolinea la scrittrice. “Quello che allora non sapevamo era che saremmo sprofondati in un ossessivo e paranoico stato di polizia con relativo incoraggiamento alla delazione, triste caratteristica di tutti i regimi totalitari. Evidentemente chi ci governa pensa a noi italiani come a un popolo di poveri dementi in preda a un collettivo cupio dissolvi il cui unico desiderio era quello di contagiarci a vicenda. In realtà abbiamo dimostrato di essere dei cittadini responsabili che amano la vita e hanno un sano terrore delle malattie, tranne le solite eccezioni che confermano la regola”.
Tamaro si chiede se la situazione con la ripresa delle scuole e l’aumento dei contagi non potesse essere prevista. “Ora ci prospettano nuove terroristiche limitazioni. Sono riprese le scuole, i contagi volano e i trasporti sono inadeguati al distanziamento. Non lo sapevate? Non si poteva immaginare la situazione prima?”, si chiede, sottolineando che “anche in queste nuove disposizioni sembra totalmente assente il discernimento”.
“L’impressione è che chi ci governa navighi a vista. Un colpo al cerchio e uno alla botte”, è l’accusa della scrittrice. “Sarebbe bello che, invece della ripresa del Barnum mediatico, con la terroristica diffusione di dati giornaliera sulla quale nessuno fa chiarezza e che crea solo confusione e paura nella popolazione, ci venissero dette poche semplici cose, ma quelle giuste, come ha fatto la Merkel”.
Susanna Tamaro sottolinea infine che l’Italia non può permettersi un nuovo lockdown nazionale. “Le famiglie sono in una condizione di povertà che forse la classe politica non riesce neanche a immaginare”, scrive. “Oltre a tutto, ancora non sono stati valutati i danni alla salute collettiva soprattutto per le persone di una certa età perché con il passare degli anni l’assenza di movimento e di socialità spalanca la porta a ogni tipo di patologia”. E poi ricorda il consiglio del suo amico medico cinese, quando lei gli ha chiesto cosa fare, oltre alla mascherina, per evitare di contagiarsi. “La cosa più importante è non aver paura di ammalarsi”, ha risposto lui. “L’ansia e la paura sono le più grandi nemiche della salute perché sono in grado di far crollare il sistema immunitario”.
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