Suicidio assistito, l’attrice Sibilla Barbieri muore in Svizzera: l’Asl glielo aveva negato
Suicidio assistito, l’attrice Sibilla Barbieri muore in Svizzera: l’Asl glielo aveva negato
Si è spenta la regista e attrice Sibilla Barbieri, recatasi in Svizzera per potersi sottoporre al suicidio assistito. Lo ha dichiarato l’associazione Coscioni di cui la 58enne, malata oncologica terminale, era consigliera.
Come spiegato in video realizzato prima del viaggio, aveva deciso di recarsi in Svizzera a seguito al rifiuto della sua Asl di appartenenza di ricorrere all’aiuto medico alla morte volontaria. Secondo la decisione, comunicata a metà settembre, la donna non possedeva i quattro requisiti previsti dalla Corte costituzionale per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita. In particolare, la commissione medica ha ritenuto che alla donna mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale.
“Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali”, ha detto la regista nel video. “Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio”.
Con lei si sono recati in Svizzera il figlio e l’ex senatore radicale Marco Perduca. Entrambi si autodenunceranno domani mattina presso la stazione dei carabinieri Roma Vittorio Veneto e rischiano fino a 12 anni di carcere. Anche Marco Cappato si autodenuncerà in quanto legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e sostenuto il viaggio di Sibilla Barbieri. Ad accompagnarli anche Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell’associazione.