Il 2020 nero dei suicidi: +121% richieste d’aiuto da adolescenti
Nel 2020, al numero ascolto e consulenza 19696 di Telefono azzurro, le chiamate per tentativi di suicidio sono state il 121% in più del 2019 (86 casi rispetto a 39). Una cifra enorme che impone una riflessione accurata sulle conseguenze del lockdown attuato per arginare il Coronavirus. Un disagio che si riflette soprattutto sugli adolescenti.
La ricerca della onlus che dal 1987 fornisce ascolto a bambini e ragazzi che vivono situazioni di abuso e malessere parla chiaro: sono aumentati a dismisura i tentativi di suicidio, il suo ricorrente pensiero (la cosiddetta “ideazione suicidaria”) e gli atti di autolesionismo. Isolamento forzato, eccessiva didattica a distanza, convivenza difficile con i genitori, impossibilità di frequentare i coetanei scatenano spesso fragilità che non tutti gli adolescenti sanno affrontare senza soffrire così tanto da cercare la morte.
I dati
Le chiamate per ideazioni suicidarie costituiscono il 68% in più rispetto al 2019 (385 rispetto a 229); le richieste di aiuto per gesti autolesivi sono lievitate dell’84% rispetto al 2019 (325 contro 177). E non va meglio neppure all’altro numero telefonico, il 114, che la onlus gestisce per conto della presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le Politiche della Famiglia. Qui nel 2020 si è registrato il 50% in più rispetto al 2019 di casi di tentativo di suicidio (21 episodi contro 14); il 53% in più rispetto al 2019 di ideazione suicidaria (89 casi contro 58); il 7% in più di atti autolesivi (49 rispetto a 46).
La linea estera non differisce da quella italiana: in Giappone (report Tanaka e Okamoto) si è verificato un incremento generale del 16% del tasso di suicidi durante la seconda ondata del virus (luglio-ottobre 2020). Per quanto riguarda nello specifico bambini e adolescenti, questa percentuale ad ottobre 2020 è salita al 49%.
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