Stupro in Circumvesuviana: “I genitori applaudono i tre violentatori all’uscita dalla caserma”
"Scene censurabili che vanno ben oltre l’accettabile"
L’orrore della stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano continua. Dopo lo stupro della ragazza di 24 anni avvenuto martedì 5 marzo nell’ascensore della ferrovia di Napoli, sono stati fermati tre ragazzi: si chiamano Alessandro Sbrescia (classe 2001), Raffaele Borrelli (classe 2000) e Antonio Cozzolino (classe 2000).
I tre presunti aggressori da poco maggiorenni sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Uno di loro avrebbe confessato.
Ma la vergogna per quello che è successo non è finita qui. Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, il segretario del Sole che Ride di Portici Giorgio Alfieri e quello di San Giorgio a Cremano Salvatore Petrilli, il consigliere comunale verde di Portici Franco Santomartino e l’assessore alle Pari Opportunità del comune di San Giorgio a Cremano Ida Sannino hanno denunciato un fatto inquietante.
I cinque uomini delle istituzioni hanno raccontato: “Uno dei capitoli più inquietanti della triste vicenda dello stupro nella stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano sono gli applausi e gli incoraggiamenti rivolti ai colpevoli dai genitori. Scene censurabili che vanno ben oltre l’accettabile. Ci costituiremo parte civile, abbiamo dato mandato all’avvocato Angelo Pisani per valutare gli estremi per l’avvio di un’azione legale che permetta di censurare l’atteggiamento di queste persone. Facciamo appello a tutte le associazioni legittimate sul territorio nazionale affinché si costituiscano parte civile nel procedimento, affiancandoci in questa battaglia”.
“In base a quanto emerge da un articolo de Il Mattino – spiega il legale Pisani – i genitori dei tre stupratori avrebbero esaltato i figli con incoraggiamenti e applausi. Sto studiando gli estremi per un’azione che permetta di adire le strutture competenti per sollecitare l’intervento dei servizi sociali. Allo stesso tempo sto valutando gli estremi per procedere con un’azione volta a chiedere la revoca della patria potestà e della capacità genitoriale dei soggetti che hanno incitato e applaudito i figli, accusati di un reato particolarmente grave”.
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