Vietato staccare la spina: ecco cosa vuol dire soffrire di “stresslaxing” e cosa fare per evitarlo
Colpisce una persona su tre e provoca ansia e sensi di colpa. In una società con aspettative altissime, più proviamo a rilassarci, più cresce l’angoscia ma fingiamo che il problema non esista
Vi è mai capitato di sentirvi stressati per l’incapacità di godervi il riposo? Il termine “stresslaxing” descrive proprio quella sensazione di ansia indotta dal rilassamento e, seppur sembri un fenomeno paradossale, uno studio condotto quasi 40 anni fa dall’American Psychological Association, ha dimostrato che ciò accade tra il 30 e il 50 per cento delle persone. Settimane di lavoro straordinario, weekend di riposo rimandati o trascorsi a sistemare casa e orari massacranti in ufficio si uniscono a corsi, sport, programmi familiari: siamo sull’orlo del crollo e così pensiamo di prenotare un viaggio. La vacanza viene vista come un momento di relax, un periodo limitato di tempo in cui staccare la spina, dimenticarsi le mail, le notifiche, il rubinetto della cucina che perde da ormai troppi giorni e quel cassetto degli attrezzi da sistemare. Siamo pronti a goderci un po’ di tempo per noi stessi, intenzionati ad abbracciare l’ozio e dare il benvenuto alla noia. Eppure, non ci riusciamo, nemmeno sul lettino a bordo piscina.
Il termine che definisce questo circolo vizioso è stato inserito per la prima volta il 15 agosto 2020 su Urban Dictionary, dizionario online dedicato ai neologismi in lingua inglese ed è una condizione che si può manifestare in diverse occasioni: nel corso di una conversazione con un amico che abbiamo smesso di ascoltare da un po’, nell’anticipazione mentale del prossimo compito mentre stiamo bevendo il caffè, durante la visione di una serie a cui non siamo stati stato in grado di prestare attenzione perché stavamo pensando alle cose da fare. Nel mezzo di una vacanza.
Una condizione sociale
Il sentimento di stress prodotto dal tentativo di rilassarsi e la conseguente impossibilità a godere la calma completa, è tipico di una società iperstimolata: navighiamo tra la necessità di essere efficienti e la profonda stanchezza che trasciniamo senza una soluzione apparente. Spesso, l’essere stressati dal relax, riesce a generare addirittura più tensione di quanta ne potrebbe fare continuare a lavorare. È una sorta di lotta costante tra essere produttivi o dedicare un po’ di tempo per se stessi, che sia leggendo un libro sul divano, facendo una passeggiata con gli amici o rimanendo immobili a fissare le pareti del muro. Un vero e proprio circolo vizioso da cui si fatica ad uscire perché il tentativo di rilassarsi e staccare la spina genera disturbi di ansia, difficoltà a dormire e maggiore vulnerabilità, così come sudorazione e battito cardiaco accelerato.
Il fenomeno sociale sembra essersi intensificato oggi a causa dei social media, che raccomandano cose come svegliarsi alle cinque del mattino per essere più produttivi, allenarsi come i professionisti sportivi, cucinare come uno chef ed essere un genitore perfetto. Con così tanto da fare e altrettanta pressione, chi ha il tempo di pensare a riposarsi? La nostra quotidianità è una successione di compiti incatenati e rilassarsi assume spesso il sinonimo di noia, trattata come fosse un virus da debellare, piuttosto che una condizione necessaria per la salute mentale e un ingrediente irrinunciabile per il corretto funzionamento dei processi creativi. Lo “stresslaxing” non ci permette infatti di decomprimere, ma nemmeno di essere presenti, perché la società nella quale viviamo premia chi ce la fa, ci spinge a vivere pienamente ogni momento e ci fa credere che rilassarsi significhi perdere tempo. Controlliamo le mail ogni due minuti e l’inerzia ci porta ad aprire compulsivamente le app e a chiuderle dopo 20 secondi di scorrimento. Siamo esseri inquieti alla ricerca di una stimolazione costante, di un messaggio di testo, un’agenda fitta e vivace o diversi corsi online da fare per migliorarci. Rimanere a casa diventa più una punizione che una fortuna. Ci stiamo dimenticando come annoiarci e questo ci priva ad essere maggiormente connessi con noi stessi.
Lo “stresslaxing” però non colpisce tutti allo stesso modo: le persone che lavorano più ore di quelle previste dalla loro giornata e che spesso si definiscono multitasking, hanno maggiori probabilità di soffrirne. A confermare i dati è uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania. Nel 2014 i ricercatori si sono messi in gioco misurando i loro livelli di cortisolo, considerato a tutti gli effetti l’ormone dello stress. Nella ricerca è emerso che i livelli di cortisolo erano alti nei momenti di difficoltà lavorativa ma toccavano picchi ancora più alti quando i soggetti tentavano di rilassarsi nel tempo libero.
Perdere il controllo fa bene
Una delle caratteristiche della “stresslaxation” è la negazione. Neghiamo di essere stressati, fingiamo che un problema non esista, ma in realtà fatichiamo a staccarci dal lavoro o dall’attività in questione, non riusciamo a trovare tempo per noi stessi e, quando lo facciamo, abbiamo sempre la mente orientata verso obiettivi. Questo atteggiamento non aiuta però a risolvere il problema, è anzi una delle strategie meno efficaci per affrontare lo stress.
Un secondo elemento che potrebbe scaturire a chi soffre di “stresslaxing” è la paura di essere giudicati dagli altri e la preoccupazione di cosa penseranno o diranno i colleghi dopo aver deciso di prendere giorni di ferie. Tra i sintomi più comuni non c’è infatti solo il sentirsi ansioso in vista del relax, ma anche provare sensi di colpa: pentirsi di prendere del tempo per sé e non continuare a inseguire ritmi folli, genera in alcune persone stati di ansia e nervosismo, che vanno a sfociare in malessere fisico.
Come combattere tutto ciò? Riconoscere i sintomi dello stress può essere utile. I segnali che il corpo ci lancia non dovrebbero essere ignorati ma interpretati come il primo campanello d’allarme di un problema che deve essere risolto. In questi casi, un ottimo aiuto arriva dalla scrittura, esercizio utile per fermare i pensieri e i sentimenti più profondi associati allo stress, per capire l’origine, in modo da poterli affrontare. Un’altra strategia che gli esperti raccomandano per rompere il ciclo è quella di limitare il numero di decisioni da prendere mentre tentiamo di riposarci, pianificare quando e per quanto tempo abbiamo intenzione di fare qualcosa di rilassante.
Questo può rendere più facile distendersi quando sarà giunto il momento, poiché sapremo che non stiamo procrastinando su altre cose. Se ciò non funziona, possiamo provare a rilassarci in modo non tradizionale, ad esempio con un gioco da tavola. L’obiettivo è forzare i pensieri in una nuova direzione e dare al cervello una pausa dal lavoro. Infine, ricordiamoci perché stiamo cercando di rilassarci; la salute è determinante, tenerlo bene a mente può aiutarci a sentirci meno stressati mentre proviamo un’attività che ci distrae. Che si tratti di cucinare, fare giardinaggio o persino correre, è importante che questo aiuti a rilassarsi dallo stress della giornata. Teniamo il focus sul benessere e ricordiamoci che non si vive di solo lavoro. Perdere il controllo a volte fa bene.