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Strage sul lavoro, in due giorni 11 vittime. Draghi: “Subito provvedimenti”

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Strage sul lavoro, in due giorni 11 vittime. Draghi: “Subito provvedimenti”

Altre cinque persone ieri sono morte sul lavoro, portando a 11 le vittime degli ultimi due giorni. Un bilancio drammatico, quasi il doppio della media giornaliera indicata dalle statistiche, che per i primi sette mesi dell’anno parlano di 677 decessi.

A Roma Fabrizio Pietropaoli, 47 anni, è precipitato dall’undicesimo piano di una delle Torri dell’Eur in cui sono in corso lavori di ristrutturazione, sbalzato fuori dal cestello in cui si trovava. Un altro operaio di 47 anni, Piero Vittoria, è stato ucciso da un Tir mentre posizionava la segnaletica per l’apertura di un cantiere sull’A14, nei pressi di San Severo, in provincia di Foggia. Nell’incidente, in cui il Tir lo ha schiacciato contro un altro camion, è rimasto ferito lievemente anche un altro lavoratore. Sempre in Puglia, Benito Branca, operaio di 41 anni, è stato travolto dal crollo di un di un solaio e di un balcone a Mesagne, in provincia di Brindisi. In Trentino-Alto Adige, Andreas Prossliner, coltivatore di 59 anni, è stato travolto dal proprio trattore a Rifiano, vicino a Merano. Anche a Cologna Veneta, in provincia di Verona, un 58enne è morto schiacciato da un camion per cause ancora da accertare.

“La questione delle morti sul lavoro assume sempre più i contorni di una strage continua”, ha detto ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi “C’è l’esigenza di prendere provvedimenti immediatamente, entro la settimana prossima”, ha aggiunto. Durante la conferenza stampa di ieri, tenuta dopo il via libera del consiglio dei ministri alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDef), Draghi ha anche espresso il “più sentito cordoglio” da parte del governo per le sei morti sul lavoro riportate martedì, leggendo i nomi delle vittime: Emanuele Zanin di 46 anni, Jagdeep Singh, 42, Leonardo Perna, 72, Giuseppe Costantino, 52, Valeriano Bottero, 52, Massimiliano Malfatti, 54.

Nei primi sette mesi di quest’anno, le morti sul lavoro in Italia sono state 677, il 30 percento in più rispetto al livello precedente la pandemia, per una una media di 3,2 morti al giorno. In tutto il 2020 le morti sul lavoro sono aumentate a 799 dalle 705 dell’anno precedente, mentre le denunce per infortunio sono diminuite a 375.238 dalle 415.725 del 2019. Secondo l’Inail, su 7.486 aziende ispezionate nel corso del 2020, l’86,57 percento è risultato irregolare.

Secondo Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, per contrastare il grande numero di incidenti sul lavoro non è sufficiente rafforzare le sanzioni, ma bisogna sospendere le aziende che non sono in regola. “C’è un problema di responsabilità e di sanzione: le aziende che non rispettano le norme di sicurezza non possono lavorare, credo che questa debba diventare la regola”, ha detto ieri a Sky, affermando che su questo punto si è detto d’accordo il governo, dopo l’incontro della settimana scorsa tra Draghi e i segretari dei tre sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil. “Si sta lavorando per fare un decreto che dia la possibilità agli ispettori di sospendere l’attività a chi non rispetta le regole fino a quando non si mettono a norma e fino a quando non c’è garanzia della sicurezza sul lavoro”, ha aggiunto. “Non è più il tempo di essere teneri o di aspettare, ne va della vita delle persone perché siamo di fronte ad una strage vera e propria”.

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