Strage familiare a Nuoro, le parole dell’unico figlio sopravvissuto: “Urlavano tutti, mi sono salvato fingendomi morto”
Strage familiare a Nuoro, le parole dell’unico figlio sopravvissuto
“A casa stamattina urlavano tutti, papà e mamma avevano litigato”: è quanto dichiarato dal figlio 14enne di Roberto Gleboni, il 50enne che a Nuoro, in Sardegna, ha sterminato la sua famiglia uccidendo la moglie Giusi Massetti, i figli Martina e Francesco, un vicino di casa, Paolo Sanna, e ferendo l’anziana madre e l’altro figlio per l’appunto, unico sopravvissuto della mattanza.
“Sono morti tutti, li ha uccisi mio padre” ha dichiarato, secondo quanto riporta La Nuova Sardegna, il ragazzo, ancora in stato di shock, subito dopo la tragedia.
Il giovane, che è stato operato al San Francesco di Nuoro dai chirurghi dell’Otorinolaringoiatria che gli hanno rimosso alcune schegge dalla mandibola, ha rivelato di essersi salvato perché si è finto morto.
Il 14enne è l’unico sopravvissuto, insieme alla madre dell’omicida, della strage familiare che ha lasciato sgomenti la città intera. Solo lui, una volta che le sue condizioni di salute lo consentiranno, potrà chiarire che cosa ha provocato la furia omicida dell’uomo.
Nelle ultime ore diverse testimonianze hanno fornito una descrizione dell’uomo diversa da quella trapelate nelle prime ore della strage.
“Ora parlando anche con qualche condomino abbiamo saputo – racconta un vicino – che aveva delle reazioni sproporzionate per cose banali che succedevano nel condominio. Aveva messo in atto anche dei piccoli dispettucci sui contenitori della raccolta differenziata. Ma mica uno può prevedere una strage del genere anche perché quante persone strane conosciamo al mondo?”.
C’è anche chi ha descritto Gleboni come un uomo che “spesso urlava. A volte sembrava prepotente e quasi esaltato”. Una vicina, invece, ha raccontato al Corriere della Sera che l’assassino, che dopo la strage si è tolto la vita, “era possessivo e aveva una mania di controllo smodata, soprattutto su moglie e figli”.