Rinviata al 16 aprile l’udienza per la revisione del processo sulla strage di Erba: “Inverosimile la pista della criminalità organizzata”
È stata rinviata al 16 aprile l’udienza per la revisione del processo sulla strage di Erba, che ha visto condannati all’ergastolo in via definitiva i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Bisognerà ancora attendere, dunque, per capire come si pronuncerà la Corte d’Appello di Brescia sulle richieste di revisione del processo presentate dalla difesa di Romano e Bazzi e dal sostituto procuratore di Milano Cuno Tarfusser, convinto dell’innocenza della coppia.
Oggi, il procuratore generale Guido Rispoli a proposito delle consulenze presentate dalla difensa ha dichiarato che “gli elementi sono già stati valutati nelle tre sentenze”.
Sulla pista di una possibile vendetta nei confronti di Azouz Marzouk, Rispoli ha dichiarato che “la nostra criminalità, purtroppo, sa il fatto suo” e che non avrebbero ucciso un bambino “perché anche i criminali hanno le loro regole”, e che non avrebbero pianificato un agguato “in una casa al secondo piano, in una corte chiusa, fuggendo dal balcone e usando spranghe e coltellino. Ma dove siamo? La logica dove la buttiamo?”. Ha quindi definito questa pista “assolutamente inverosimile”.
I due coniugi erano presenti in aula. Ed era presente anche Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime della strage, anche lui persuaso della non colpevolezza dei due condannati.
Sono passati ormai diciotto anni dai fatti su cui verte l’intera vicenda. Era la sera dell’11 dicembre 2006 quando, in un appartamento di Erba, in provincia di Como, furono uccise con coltelli e oggetti contundenti quattro persone: Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef, 2 anni, sua madre Paola Galli, 57 anni, e una vicina di casa di Castagna, Valeria Cherubini, 55 anni.
L’unico sopravvissuto fu il marito di Cherubini, Mario Frigerio, 66 anni, che fu colpito alla gola da una coltellata ma riuscì a salvarsi grazie a una malformazione congenita della carotide.
Proprio la testimonianza resa in seguito da Frigerio risultò tra gli elementi decisivi per la condanna di Olindo Romano e Rosa Bazzi. I due coniugi furono arrestati l’8 gennaio 2007: entrambi confessarono gli omicidi, ma in seguito ritrattarono e in questi anni si sono sempre professati innocenti.
La coppia è stata condannata all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio, fino all’istanza di revisione del processo discussa oggi nel Palazzo di Giustizia di Brescia.
La richiesta di riaprire il caso si basa principalmente su due elementi: la non attendibilità della testimonianza di Frigerio (morto nel 2016) e le presunte incongruenze nelle confessioni rese dai due condannati.
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