Strage di Erba, Olindo: “Io e Rosa in carcere ingiustamente. Il futuro? Con lei, fuori e liberi”
Nei giorni in cui la verità processuale sulla strage di Erba sembra essere messa per l’ennesima volta in dubbio, a rompere il silenzio ora è uno dei due protagonisti della tragica vicenda, Olindo Romano. “Lo voglio ribadire ancora una volta: io e Rosa con la strage di Erba non c’entriamo niente”, scrive l’uomo in una lettera. Condannato all’ergastolo con la moglie Rosa Bazzi per l’omicidio di Raffaella Castagna, del figlio Youssef, della madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, Romano si rivolge a Marco Oliva, conduttore della trasmissione Iceberg su Telelombardia. Il futuro “mi basta immaginarlo con Rosa fuori dal carcere, finalmente liberi” ha concluso.
“Speriamo che finalmente i giudici possano fare chiarezza e spero anche la revisione venga accolta, io continuo a lavorare in cucina, sto bene pur sapendo di essere in carcere ingiustamente. Lo voglio ribadire ancora una volta – ha scritto Olindo -: io e Rosa con la strage di Erba non c’entriamo niente”. L’uomo, condannato in via definitiva all’ergastolo, ha detto che conosceva Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto della strage che lo ha indicato come l’autore.
“Continuo a dire che per me era una brava persona, per come sono andate le cose anche lui è stato raggirato. Inizialmente, come si legge dalle carte, non mi aveva riconosciuto, ma poi lo hanno portato in qualche modo a fare il mio nome. Non lo giudico per questo, spero che i giudici della revisione ora possano valutare bene la sua testimonianza” ha aggiunto. E sulla sua confessione ha sottolineato che “è difficile spiegare come si possa confessare qualcosa che non hai commesso. A tutti dico che bisognerebbe in quei momenti prima di giudicare”.