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La strana storia del paziente 1 calabrese: non era né positivo né negativo, ma “indeterminato”. Poi è morto

Immagine di copertina
Credit: Ansa

Negativo, no, positivo. Ah, no negativo. Guarito, no morto. Sulla storia del paziente 1 in Calabria, forse un giorno bisognerà scrivere un libro o condurre un’indagine scientifica di quelle per cui scomodare i migliori virologi su scala mondiale. Il signor Francesco infatti, è stato positivo e negativo al Coronavirus a fasi alterne, fino a morire senza che qualcuno ci abbia capito qualcosa. Il che non è una bella notizia, sia per la fine del povero paziente che per la scienza e per l’ospedale che l’ha curato. Ma partiamo dall’inizio.

Il signor Francesco, 69 anni, vive a Casalpusterlengo, località a due passi da Codogno divenuta Zona Rossa. Insieme alla moglie il 22 febbraio (quindi il giorno dopo la scoperta del paziente 1 a Codogno) prende un autobus per Cetraro, cittadina calabrese in provincia di Cosenza di cui è originario. Ha da tempo problemi di salute (ha subito un trapianto) e si deve sottoporre a dialisi costantemente, per cui il giorno dopo il suo arrivo in Calabria si presenta all’ospedale di Cetraro e richiede la dialisi. Lì gli pongono la domanda di rito: “Da dove proviene?. Quando in ospedale sentono la risposta “Casalpusterlengo” hanno – giustamente – un sussulto.

E dunque ci si pone il problema di come affrontare la questione: il signor Francesco non arriva solo dalla Zona Rossa del lodigiano, ma entrava e usciva da un centro dialisi di Casalpusterlengo per fare la dialisi, dialisi di cui necessita urgentemente anche lì in Calabria, ovviamente. Lui dichiara di stare bene e di essere andato subito nella sua casa di campagna a Cetraro, di essere in auto-isolamento, ma la direzione sanitaria, prima della dialisi, vuole fargli il tampone. Solo che se lui non fa la dialisi subito muore. Quindi il 25 febbraio l’ospedale gliela fa con tutte le precauzioni del caso, attendendo il risultato del tampone. Il paziente risulta positivo al test eseguito presso la Virologia dell’Annunziata di Cosenza. A ufficializzare la notizia è la governatrice Jole Santelli: “L’ISS ha confermato l’esito positivo del tampone effettuato sul paziente di Cetraro”. Poi gli fanno un ulteriore test con un altro kit: è negativo.

Allora inviano il tampone all’Istituto superiore di Sanità a Roma, perchè, afferma il direttore sanitario dell’ospedale di Cetraro, “trattasi di falso positivo”. Invece da Roma cambiano di nuovo versione: il tampone è positivo.

Il signor Francesco è dunque ufficialmente il primo calabrese ad essere stato contagiato. “Ma è asintomatico, dunque si recherà in ospedale spostandosi in totale sicurezza solo per effettuare la dialisi” specifica la Santelli. Tutti i passeggeri del bus su cui aveva viaggiato dal Nord nonché la moglie del signor Francesco vengono sottoposti a tampone. Anche la moglie è positiva, tutti gli altri sono negativi. Sembra comunque procedere tutto abbastanza bene finché il 12 marzo il signor Francesco viene ricoverato all’ospedale di Cosenza. Viene definito “paucisintomatico”, ovvero con scarsità di sintomi. In realtà la tac presenta un quadro di polmonite interstiziale, che come sintomo non è proprio trascurabile.

Il 31 marzo, quindi due settimane dopo, il sindaco annuncia: “Ottime notizie. Il signor Francesco, soggetto dializzato e ricoverato all’Annunziata di Cosenza, è guarito. E’ risultato negativo a test!”. Aveva fatto due tamponi, a quanto pare, entrambi risultati negativi. Quindi il signor Francesco lascia il reparto di Malattie Infettive dell’Annunziata ma gli altri problemi di salute pregressi- trapianto cardiaco in trattamento emodialitico – lo obbligano ad un trasferimento nel reparto di cardiologia. E’ negativo ormai, non c’è alcun pericolo che infetti personale e pazienti di altri reparti, che infatti entrano in contatto con lui senza precauzioni. Peccato che tre giorni dopo il signor Francesco abbia una crisi respiratoria e venga intubato. Chiaramente viene il dubbio che dal Covid non sia mai guarito. Gli fanno un nuovo tampone, l’ennesimo verrebbe da dire, e indovinate un po’. Risulta nuovamente positivo. Il 5 aprile il povero signor Francesco muore. Con una polmonite ancora in corso. E la sua morte, a questo punto, parrebbe l’unica certezza.

Il sindaco di Cetraro Angelo Aita, male informato dalla Asp, rilascia una nota: “Ha vinto la battaglia contro il Coronavirus, ma non ce l’ha fatta contro un destino avverso: il signor Francesco ha avuto un ictus ed è morto”.

Un ictus? La direzione generale, evidentemente nel panico, a sua volta dice un’altra cosa, e qui si passa alla farsa. L’ospedale cosentino infatti ammette la positività del paziente (verificata tramite tampone faringeo) ma comunica che il signor Francesco era sì positivo però “ la carica virale era bassa”. Come a dire era un po’ contagioso, ma solo un po’. Poi si passa al tema “è morto con” non “per il Coronavirus”, poichè l’ospedale comunica che “il paziente immunodepresso e gravemente compromesso, ha subìto un deterioramento repentino del quadro clinico che non ha consentito di eseguire il già programmato intervento per l’impianto di pacemaker”. Beh, in effetti la morte sopraggiunta diventa un ostacolo piuttosto insuperabile per l’applicazione del pacemaker. Quindi, siccome la situazione non è già abbastanza imbarazzante, decidono di rifargli il tampone, giusto perché qualcuno non pensi che il paziente sia morto di Coronavirus e per giunta in un reparto che non è quello di infettivologia. A questo punto il risultato “sarà positivo o negativo?” direte voi. Attenzione perché a sorpresa subentra una terza opzione che risolve tutto: il risultato è indeterminato. “La ricerca del virus su liquidi di lavaggio broncoalveolare ha dato risultato indeterminato”, afferma la direzione sanitaria dell’Annunziata. Che come supercazzola non è male, peccato che ormai anche i laureati in infettivologia all’università della strada sappiano che il risultato (positivo) del tampone faringeo è più che “determinante”, altro che indeterminato.

Chiedo chiarimenti a un noto infettivologo milanese il quale mi spiega: “Se trovi uno dei due materiali biologici positivi, che sia negli epiteliali nasali e nella faringe o che sia nel polmone, il paziente è positivo. Non puoi dire che è negativo o indeterminato”. Ecco. O meglio, lo puoi dire, se pensi di aver combinato un mezzo casino e vuoi tamponare, forse. “Il signor Francesco è dichiarato deceduto per Coronavirus dall’Asp di Cosenza, quindi c’è poco da dire”, conferma il giornalista Antonio Alizzi di Cosenza Channel che ha seguito la vicenda. Ad ogni modo, possiamo stare tutti sereni. La direzione sanitaria dell’Annunziata era così tranquilla che ha fatto fare tamponi a tutti e ha comunicato che “la sorveglianza sanitaria messa in atto dall’Azienda sul personale ha, allo stato attuale, risultati del tutto soddisfacenti, in quanto i 472 tamponi effettuati fino ad oggi, sono tutti negativi”. Negativi per ora, chiaramente. Domani chissà.

p.s. Seriamente: questo è un caso di confusione in un laboratorio o un precedente da studiare? Fossi uno scienziato approfondirei, perchè un paziente che si negativizza e positivizza a fasi alterne- se non ci sono stati errori- è preoccupante.

Leggi anche: 1. Muore a 36 anni per Coronavirus, l’infermiere in lacrime: “Insieme per un mese, sarai sempre con me” (di Selvaggia Lucarelli) / 2. “Sciacalli”: la lettera del direttore della clinica di Piacenza ai dipendenti che hanno parlato con la stampa (di Selvaggia Lucarelli)
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