Terni, lo spacciatore dei due ragazzi morti nel sonno confessa: “Ho dato metadone”
Terni, ragazzi morti nel sonno, lo spacciatore arrestato confessa
Ha confessato il ternano di 41 anni sottoposto a fermo dai carabinieri nella tarda serata di ieri, martedì 7 luglio, con l’accusa di avere ceduto un mix di sostanze che ha provocato la morte di Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi, due ragazzi di 15 e 16 anni trovati cadavere nelle loro case in due quartieri diversi di Terni. L’avvocato Massimo Carignani, difensore dell’uomo, ha dichiarato: “Ha ammesso dal primo momento di avere ceduto loro del metadone, lo stesso che gli viene fornito presso il Sert, essendo seguito come tossicodipendente”. Il legale ha confermato a Fanpage.it che l’uomo ha ammesso tutte le sue responsabilità: “Ha confessato ed è stato collaborativo. È distrutto e credo che vada controllato a vista perché potrebbe compiere gesti estremi”.
A casa del 41enne, che si trova ora nel carcere di Sabbione, è stato sequestrato materiale ritenuto di interesse investigativo. E domani mattina, davanti al giudice Barbara Di Giovannantonio, è prevista l’udienza di convalida del fermo.
Secondo quanto è emerso dalla conferenza stampa di questa mattina sarebbe stato determinante il ruolo giocato dagli amici delle due vittime. Il Procuratore Alberto Liguori ha spiegato: “I giovani non mentono e ci hanno condotto verso il sospettato. I ragazzi ci hanno anche aiutato sulla ricostruzione della sostanza drogante, questa cosa è allarmante. Ho scoperto da loro che la codeina ha un colore violaceo, invece il metadone è biancastro. È preoccupante che i ragazzi abbiano questo tecnicismo”. I due ragazzi lunedì sera, intorno alle 22, erano al campo di calcio “ma loro non giocavano perché stavano male. Un effetto così letale che colpisce due giovani in salute deve farci riflettere e stiamo supponendo che potrebbero poter assunto questo mix letale a stomaco vuoto”. Il Procuratore Liguori ha aggiunto: “Abbiamo una responsabilità collettiva per quello che è accaduto. Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere”.