Le parole della soldatessa suicida nella metro di Roma: “Le donne belle sono quelle felici”
Le parole della soldatessa suicida nella metro di Roma: “Le donne belle sono quelle felici”
“Devo andare in bagno, ora torno”. Sono state le ultime parole, rivolte a una collega, pronunciate da Caterina Glorioso, la soldatessa che la mattina di martedì 17 dicembre, alle 8.47, si è tolta la vita con un colpo di pistola al petto nel bagno della stazione metro Flaminio, a Roma.
Caterina, 30 anni, era originaria di Vitulazio, in provincia di Caserta, e si era arruolata cinque anni fa come volontaria nell’Esercito in ferma prefissata. Tra qualche giorno avrebbe dovuto lasciare Roma per unirsi ad altri commilitoni nell’operazione Strade sicure, ma ha deciso di compiere questo gesto estremo.
In una lettera di 12 pagine, ritrovata all’interno di un cassetto del suo alloggio alla Cecchignola, ci sono i motivi che l’hanno spinta a rivolgersi un’arma al petto e sparare. Lettera che è stata raccolta dai carabinieri della Compagnia Trionfale dopo che la Procura ha deciso di aprire un fascicolo per istigazione al suicidio, e che è dunque ora sotto sequestro. A riportarlo è Il Messaggero con un articolo a firma di Alessia Marani e Raffaella Troili.
Secondo i suoi colleghi, che la descrivono come una ragazza “introversa”, Caterina non avrebbe mai “dato segnali” di voler compiere un gesto simile. Si è trattato di un vero e proprio “fulmine a ciel sereno”: la giovane 30enne si era da poco lasciata con il suo fidanzato storico, con il quale la relazione negli ultimi tempi era diventata burrascosa, il che fa pensare che a spingerla al suicidio siano stati motivi personali.
“Una ragazza tranquillissima, serena, solare”, l’ha definita la cugina del padre. I genitori, che lavorano in fabbrica e che hanno cresciuto i loro figli con amore, sono straziati dal dolore e non si capacitano di quanto accaduto.
Sul suo profilo Facebook Caterina scriveva “Le donne belle per davvero sono quelle felici” e lei evidentemente questa felicità l’aveva persa dopo la fine di un amore. “Si era lasciata con il fidanzato 4 o 5 mesi fa, ma era molto legata alla famiglia, al fratello e alla sorella e quel lavoro l’aveva scelto lei, lo amava. Incredibile che si sia uccisa”, ha commentato un suo amico d’infanzia.
Nel frattempo, con la morte di Caterina, continua ad aumentare il numero di suicidi tra i membri delle forze armate. Solo nel 2019 se ne contano 34. “Ormai nelle caserme mancano quelle valvole di decompressione che una volta aiutavano a mitigare e dimenticare anche i problemi all’esterno l’empatia spesso declarata non viene sempre applicata”, ha spiegato Carlo Chiariglioni al Messaggero, presidente di Assomilitari.