L’ex sottosegretario della Lega Siri indagato a Milano per autoriciclaggio
Il senatore del Carroccio era già sotto inchiesta per corruzione
L’ex sottosegretario della Lega Siri indagato a Milano per autoriciclaggio
L’ex sottosegretario della Lega Armando Siri è indagato a Milano per autoriciclaggio. Il senatore del Carroccio, già sotto inchiesta a Roma per corruzione, è stato inserito nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta sulla concessione di due mutui, ritenuti anomali, concessi dalla Banca Agricola di San Marino.
Uno di questi finanziamenti sarebbe stato utilizzato per l’acquisizione di una palazzina situata a Bresso, in provincia di Milano.
Secondo quanto si apprende, nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha effettuato alcune perquisizioni presso la TF Holdingsrl, in relazione alla concessione del secondo mutuo.
Fabio Pinelli, avvocato di Siri, ha detto che il suo assistito si dichiara estraneo ai fatti dal momento che “il mutuo concesso per l’acquisto di un edificio a Bresso è del tutto regolare”.
L’indagine a carico dell’esponente del Carroccio era stata rivelata già da L’Espresso il 28 luglio scorso.
Secondo quanto svelato dal settimanale, infatti, le autorità di San Marino avevano indagato, e successivamente trasmesso gli atti alla Procura di Milano, su due “prestiti di favore a elevato rischio” concessi da una banca dell’ex paradiso fiscale e caratterizzati da una doppia serie di “violazioni sistematiche” delle regole creditizie.
Sull’inchiesta si era espresso anche Matteo Salvini, che aveva pubblicamente difeso il suo uomo dichiarando: “Siri ha fatto solo un mutuo in banca, come milioni di italiani”.
L’ex sottosegretario (qui il suo profilo) alle Infrastrutture e ai Trasporti era già sotto inchiesta a Roma con l’accusa di aver ricevuto 30.000 euro, o una promessa di tale cifra, in cambio dell’approvazione di una norma specifica legata alla costruzione di impianti eolicista.
L’indagine romana aveva messo a dura prova i rapporti all’interno della maggioranza con la Lega che difendeva a spada tratta il suo esponente e il Movimento 5 Stelle che ne chiedeva le dimissioni. Alla fine aveva vinto il M5S con il premier Conte che l’8 maggio scorso aveva proposto in Cdm la revoca delle deleghe del sottosegretario.