Servire il Paese e frenare la fuga dei giovani cervelli: il caso Deas
Luigi ha 29 anni ed è laureato in Statistica. A maggio scorso è entrato in DEAS Difesa e Analisi Sistemi, azienda italiana leader nel campo della Cybersecurity, che lavora esclusivamente all’interno delle Istituzioni del Settore Pubblico italiano. A partire da settembre, Luigi ha trascorso la maggior parte delle sue giornate all’interno dell’Aeroporto dell’Aeronautica Militare di Pratica di Mare, dove è installato uno dei tre supercalcolatori di cui l’Italia dispone. Questo supercalcolatore viene normalmente utilizzato dall’Aeronautica per le previsioni meteo, ma ora il “Tiger Team” – così è stato chiamato questo gruppo di esperti formato da personale misto di DEAS e dell’Arma Azzurra integrato in un’unica squadra – lo sta utilizzando massicciamente per le nuove e delicate esigenze di controllo del cyber spazio italiano.
“Lavorare con il supercalcolatore dell’Aeronautica è una sensazione quasi surreale, sembra di muoversi in un film cyber punk di fantascienza, con la consapevolezza di maneggiare una delle risorse più potenti e delicate del nostro Paese. Per la prima volta, dopo anni di studi, ho la possibilità di mettere concretamente in pratica le mie competenze e di farlo al servizio del mio Paese”, dice il giovane esperto intervistato da TPI nella sede centrale di DEAS che, non a caso, visto che la mission aziendale è quella di operare in maniera integrata alle Istituzioni italiane, è situata a Piazza Montecitorio, praticamente di fronte al Parlamento.
“L’ambito della Difesa mi era sconosciuto – continua Luigi – e grazie a questo progetto ho avuto la possibilità di lavorare sul super calcolo, affiancandomi e sfruttando l’esperienza dei colleghi DEAS e del personale dell’Aeronautica”. Insieme agli altri giovani colleghi DEAS (tutti sotto i 30 anni di età) e a quelli dell’Aeronautica, Luigi, utilizzando il supercalcolatore, ha progettato degli algoritmi finalizzati alla difesa dei sistemi e degli asset tecnologici dalle minacce informatiche. Il risultato del loro lavoro è stato presentato a Roma, lo scorso 7 dicembre, nell’ambito dell’annuale esercitazione “Cyber Eagle” effettuata dalla Forza Armata.
E questa è un’avventura che non avrebbe mai pensato di vivere prima di approdare in DEAS, quando – dopo la laurea – ha iniziato a lavorare tra un tirocinio e l’altro. Questa azienda giovane e dinamica, fondata appena cinque anni fa dall’attuale AD Stefania Ranzato, gli ha permesso infatti di intraprendere la sua prima vera esperienza professionale evitando l’ennesimo caso di “fuga di cervelli” dall’Italia e facendo sì che il suo bagaglio di competenze venisse pienamente utilizzato per la crescita del nostro Paese.
Anche Alessandro, 30 anni e laureato in ingegneria informatica, è grato al Tiger Team DEAS-AM per avergli dato la possibilità di restare in Italia, il Paese in cui è cresciuto, senza doversi preoccupare di andare all’estero per avere migliori opportunità di crescita professionale. “Grazie a questa esperienza in DEAS non ho mai pensato di andare via, mi sento fortunato e privilegiato rispetto a tanti miei coetanei”, racconta. Sta svolgendo il ciclo di laurea magistrale in Cyber Security all’Università Roma Tre, dove ha ottenuto anche il titolo triennale. A differenza degli altri membri del team conosceva già il mondo delle Forze Armate, per aver praticato judo agonistico in una squadra militare.
“Ma vivere la quotidianità di una base dell’Aeronautica Militare in maniera immersiva è completamente diverso”, osserva. Nel Tiger Team si è occupato dell’analisi dell’intelligenza artificiale, e cioè della persistenza dei dati in un database e della loro visualizzazione per il front-end”, la parte a cui si dedica invece la sua collega Silvia, romana, appena 24 anni e già esperta nel campo della difesa informatica. “Abbiamo collaborato con le forze armate a livello professionale avendo la possibilità di realizzare un progetto da zero, pensato solo dal nostro gruppo e condiviso da tutti i membri del team, approfondendo i temi della difesa del Paese”, racconta entusiasta a TPI. Francesco, originario di Africo, in provincia di Reggio Calabria, è un ingegnere informatico e biomedico prossimo a conseguire la Laurea magistrale. Nei suoi studi aveva già avuto modo di vedere come funzionavano i caccia e le tecnologie della Difesa, ma “mai a livello di software”, spiega.
Si è occupato dell’ingegnerizzazione dello script per ottimizzare le risorse del supercalcolo, e anche per lui – e questa è una costante per i giovani di DEAS – l’aspetto che più lo ha appassionato dell’esperienza nel cluster di Pratica di Mare è stata la possibilità di mettere le sue competenze a disposizione della difesa del suo Paese. La collaborazione tra i giovani talenti di DEAS e il personale delle Forze Armate è totalmente diversa dal semplice rapporto fornitore-cliente ed è molto di più di una semplice partnership tra azienda e Istituzione pubblica. In progetti come questi – che sono il fiore all’occhiello e l’elemento distintivo della azienda guidata da Stefania Ranzato – si costruisce una modalità integrata di lavoro praticamente unica nello scenario italiano.
Il personale di un’azienda privata e il personale di una Istituzione pubblica, quale è una Forza Armata, operano in un unico team misto dove vengono valorizzate al massimo le competenze specialistiche dei due settori pubblico e privato. E non è un caso che oltre alla sede centrale di Piazza Monte Citorio, DEAS – unica azienda privata in Italia – ha una sua sede operativa all’interno di una base della Marina Militare. “In Deas i ragazzi hanno la possibilità di intraprendere un eccezionale percorso di formazione costante”, spiega a TPI Fernando Bagini il CIO di DEAS, manager con una lunga esperienza alle spalle proprio nel settore pubblico.
“Il valore aggiunto del Tiger Team sta nel ricco portafoglio di progetti, che a differenza di altre realtà che si occupano di informatica in Italia all’interno di aziende specializzate in altri settori, dà ai giovani la possibilità di crescere in fretta. Abbiamo una ricca gamma di progetti che danno stimolo ai ragazzi. Ci sono esigenze che non esistono altrove, e per rispondere a queste i nostri sviluppano più velocemente la propria professionalità”, afferma ancora Bagini. “Qui in DEAS stiamo creando gli esperti di intelligenza artificiale del futuro”.