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Muore dopo un pestaggio, i bulli lo avevano scambiato per un pedofilo: “Siamo dei grandi, lo abbiamo picchiato”

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Lo scorso 15 settembre un 51enne di Genova è morto in ospedale per le ferite riportate durante un pestaggio risalente a più di un mese prima: Sergio Faveto, un ingegnere informatico disoccupato, fu aggredito in piazza Unità d’Italia.

Ora il suo aggressore, un 19enne, è stato arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Secondo i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Paola Calleri, Faveto sarebbe morto a causa di un “raid punitivo”: i suoi aggressori lo avrebbero picchiato sospettando che fosse un pedofilo.

Nell’ambito dell’indagine è stato denunciato anche un minorenne sempre per omicidio. “Siamo dei grandi, lo abbiamo pestato”, dicevano agli amici gli autori del blitz prima che la vittima morisse per i traumi riportati.

È quanto emerge dall’ordinanza del gip Silvia Carpanini con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari per Daniel Borsi, 19enne di origini bielorusse ma adottato da una coppia di italiani. L’accusa nei suoi confronti è quella di omicidio aggravato dai futili motivi, la stessa che pende su un 17enne che era con lui quella sera.

Erano presenti, al momento del pestaggio, anche una ragazza e un altro giovane. Secondo i carabinieri la diceria che Faveto fosse un pedofilo veniva da un litigio con un vicino. Voci risultate poi infondate dopo una verifica degli inquirenti.

Quando i carabinieri hanno messo alle strette Borsi, questo ha cercato di convincere alcuni amici, chiamati in caserma come persone informate dei fatti, a dire che quella sera l’ingegnere aveva molestato una ragazzina. “Si sono vantati di aver picchiato un signore che poi è morto – ha raccontato un ragazzo a suo padre – raccontavano le cose perché finché non era morto erano tutti presi bene”.

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