ESCLUSIVO. La storia del Senatore leghista che non paga le bollette mentre al resto d’Italia staccano l’acqua in piena pandemia
L’acqua che si consuma, si paga. Semplice, lineare. Non per tutti però. C’è chi può evadere oltre 24mila euro di bollette dell’acqua. Succede a Viterbo, dove il Senatore della Lega Umberto Fusco ha accumulato per la precisione 9.633,01 euro riferiti alla sua abitazione e 14.744,60 riferiti al ristorante intestato alla sua famiglia che si trova vicino al famoso centro termale “Terme dei Papi”.
Come potete vedere anche nell’inchiesta video completa “Acqua Amara”, noi di TPI abbiamo scoperto questa mancanza visionando in esclusiva la lista dei morosi della gestione dell’acqua in provincia di Viterbo. Come è possibile che ad un personaggio pubblico come un politico venga permesso di evadere una cifra così cospicua in bolletta?
Talete S.p.a.
L’importo in rosso è quello che il leghista deve ancora saldare all’ente gestore dell’acqua della Tuscia, Talete S.p.a.. Una società costituita da una partecipata dei 61 comuni dell’Ato Lazio 1 (ovvero l’Ambito territoriale ottimale, i confini geografici delle risorse idriche imposti dalla Legge Galli del 1994), oggetto però del diritto privato.
Una S.p.a. che ha ben 32 milioni di euro di buco economico per le morosità, ma che da 10 anni invece che recuperare crediti, ha solo incrementato il trend. Abbiamo nascosto gli altri nominativi per non ledere la loro privacy, ma nella lunga lista tra i debitori che non pagano l’acqua ci sono anche enti, locali, negozi, piscine.
La risposta del Senatore leghista
Per vederci più chiaro siamo andati a chiedere direttamente al Senatore rispetto alle migliaia di euro che risultano non pagate. In un’intervista sotto il pergolato del suo ristorante, Umberto Fusco ha chiarito a TPI che “tutto è stato sistemato, perché se si vedono anche le fatture ci sono state delle rotture nelle condutture che ci hanno fatto schizzare a queste somme”.
Il Senatore precisa inoltre: “Abbiamo fatto una contestazione a Talete e abbiamo ottenuto uno sconto. Negli ultimi giorni abbiamo saldato 6mila euro, questo è il compromesso che ci è stato accordato e abbiamo mandato con un bonifico”. Effettivamente, Fusco ci mostra la ricevuta del bonifico. Peccato che il conto era molto più salato di così. E peccato che per la maggior parte dei cittadini, 350mila persone in quel fazzoletto di territorio, sia impossibile anche solo parlarci con Talete
Due pesi e due misure
Quello che fa indignare è che mentre al Senatore della Lega viene permesso di non pagare per mesi o anni la bolletta dell’acqua, ad altri comuni cittadini invece non solo non vengono fatti sconti, ma addirittura viene staccata l’acqua senza preavviso e in piena pandemia. Anche dopo un solo giorno di ritardo nei pagamenti.
Come nel caso di Peppe, 92 anni, di Civita Castellana: “Mi sono svegliato la mattina – racconta – e dal rubinetto non usciva più acqua. Una cosa terribile, mi veniva da piangere e da urlare. E io non cammino tanto bene, ma sono dovuto uscire e andare a prendere l’acqua alla fontana con le taniche. Non potevo andare al bagno, non potevo lavarmi o cucinare. Una schifezza. E così per oltre due settimane, finché chiamando tutti i giorni non me l’hanno riattaccata”.
O ancora, Antonella, mamma di tre bambini e residente a Grotte Santo Stefano. Per loro è stato un vero e proprio incubo: “Con il lockdown e quindi senza poter uscire, ci hanno staccato l’acqua tre volte! Un inferno, con i bambini che non si potevano nemmeno lavare i denti”.
Cosa dice l’Onu vs cosa dice Talete
Un’ingiustizia bella e buona, considerando che anche l’Autorità garante dei consumi per l’energia e l’acqua (Arera) aveva annunciato con un comunicato le intenzioni di proteggere le fasce più deboli durante la pandemia: “Tutte le eventuali procedure di sospensione delle forniture di energia elettrica, gas e acqua per morosità – di famiglie e piccole imprese – vengono rimandate dal 10 marzo scorso e fino al 3 aprile 2020. Viene inoltre istituito un conto presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali, con disponibilità fino a 1 miliardo, per garantire la sostenibilità degli attuali e futuri interventi regolatori a favore di consumatori e utenti”, si legge nel sito Arera.
Il direttore generale di Talete S.p.a., Alessandro Fraschetti, dichiara a TPI che “non sono mai stati fatti distacchi”. Ma i fatti non tornano. Solo ad Antonella, nel 2020, sono stati fatti tre distacchi. E non solo, sono decine i cittadini di Civita Castellana che ci raccontano di aver subito la stessa identica procedura.
Ma come sono regolamentati i distacchi dell’acqua? L’Onu, con risoluzione approvata il 28 Luglio 2010 ha dichiarato l’accesso all’acqua potabile e all’igiene un diritto umano. Tale diritto può essere “quantificabile” nei 50 litri al giorno a persona stimati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “flusso minimo vitale.” In Italia purtroppo tale diritto non è di fatto garantito, poiché non esiste alcuna normativa nazionale che tuteli contro i distacchi, né esiste nulla che definisca il concetto di “morosità incolpevole” su questo tema. Tutto questo nonostante il 12-13 giugno 2011 un referendum abbia sancito la volontà popolare per la gestione dell’acqua fuori dalle regole del mercato.
Se è vero che esiste dunque un vuoto legislativo in Italia, è anche vero però che nel viterbese sono stati adottati due pesi e due misure. Qualcuno può accumulare migliaia di euro di bollette e contrattare con l’ente gestore idrico, qualcun altro non ha nemmeno diritto di replica per un distacco. Ma davanti a un bene primario come l’acqua ci possono davvero essere cittadini di serie A e cittadini di serie B?
Acqua Amara è diventata anche una petizione su Change.org per l’acqua pubblica e potabile a Viterbo, firma qui.
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