Selfie sorridente davanti all’epigrafe di uno dei ragazzi morti nell’incidente di Jesolo: pestato
Si è scattato un selfie sorridente davanti all’epigrafe di Giovanni Mattiuzzo, uno dei quattro ragazzi che vittima del tragico incidente di sabato 13 luglio a Jesolo. L’uomo, con le mani incrociate sul petto, e il sorriso quasi beffardo si mette in posa davanti al manifesto in cui si legge il nome della giovane vittima.
Protagonista è un uomo di 33 anni che, a pochi giorni dai funerali dei quattro giovani, ha pensato bene di pubblicare sui social la foto. In una città ancora straziata dal dolore, il gesto indecoroso del 33enne non è passato inosservato.
La sorella di Giovanni Mattiuzzo, venuta a conoscenza del fatto, ha scritto un post su Facebook denunciando quanto accaduto: “Dopo aver seppellito mio fratello vengo a conoscenza di un post di cattivo gusto. A me non frega un ca*** se avete bevuto o fumato, chi si permette di agire in questo modo davanti a una tragedia deve finirla”.
Le parole della ragazza hanno presto fatto il giro del web, tanto che l’uomo, secondo quanto riportato dal Gazzettino, sarebbe stato raggiunto da alcuni sconosciuti e preso a pugni.
Lui si è scusato, ma questo non è bastato alla famiglia della vittima, che ha annunciato di voler procedere per le vie legali. Il 33enne ha cercato di giustificare quanto fatto e ha affermato di avere paura ora.
“Non ho più vita, ho già mandato via mia moglie e figlio perché temo per la mia e la loro incolumità. Ho ricevuto minacce social da tutta Italia. Ora cosa faccio? Ho la vita rovinata”, ha detto.
“La foto l’ha scattata e postata su Facebook un mio amico e il giorno dopo molte persone mi hanno telefonato segnalandomi che nello scatto c’era uno dei ragazzi vittima dell’incidente. Il senso era far capire che ero ‘stanco morto’ dopo 14 ore di lavoro”, ha detto l’uomo.
“Mi sono accorto dopo della figuraccia. A quel punto ho contattato l’autore, fatto rimuovere tutto e pubblicato le nostre scuse, ammettendo l’errore: il tutto mercoledì 17 luglio verso le 11.30 subito dopo essermi accorto di chi era l’epigrafe nel tabellone”, ha continuato.
“Qualcuno lo ha salvato sul telefono, lo ha ricondiviso a distanza di due giorni ed è venuto fuori il caos. Certo, mi assumo le mie responsabilità, so di aver sbagliato. Ma non è colpa mia se qualcuno ha voluto riaccendere quanto si era spento”, ha spiegato ancora il 33enne, la cui vita dopo quel selfie ha subito un cambiamento drastico.
“Se si fosse fermata lì avrei ancora l’attività e una vita normale perché avevo fatto rimuovere tutto in modo tempestivo. Forse avrei anche avuto modo di conoscere le famiglie sfortunate, magari chiedere scusa di persona, ma ora non posso più fare niente perché devo andarmene”, ha detto.