“Seconda ondata forse già a giugno”: la movida e il Sud preoccupano gli esperti
Dopo il primo weekend della nuova Fase 2 arriva il momento dei bilanci. Da Nord a Sud, le immagini di persone accalcate fuori ai bar o ai pub, come se l’emergenza fosse ormai acqua passata, hanno suscitato la reazione di sindaci e governatori regionali e l’appello al rispetto delle norme sul distanziamento e sui dispositivi di protezione. Per il sindaco di Milano Beppe Sala gli assembramenti sono stati “troppi”, tanto che ha annunciato che oggi incontrerà il prefetto. Il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha invitato a fare attenzione e ha aggiunto: “Richiudere sarebbe un colpo mortale”. Ma il timore di una nuova ondata non traspare solo dalla politica: la preoccupazione arriva anche dagli esperti del comitato tecnico scientifico.
Il rischio è che l’epidemia di Coronavirus, che non ci ha mai davvero lasciati, nonostante il calo di vittime e contagi, torni con una seconda ondata già a giugno, come accaduto ad esempio a Seul, con le conseguenti chiusure di alcune zone del paese. Gli esperti del comitato, secondo quanto riporta Repubblica, temono che quello che sta accadendo nei luoghi d’incontro dei ragazzi possa far risalire i contagi. Sono preoccupati inoltre per il Sud, che potrebbe essere tradito dall’eccesso di sicurezza, dovuto al fatto che finora quest’area del Paese non è stata gravemente colpita dall’ondata pandemica.
Al momento i dati epidemici non destano preoccupazione, ma i tecnici hanno manifestato i loro dubbi al governo. Dopo la decisione di riaprire quasi tutto il lunedì della scorsa settimana, durante l’ultima riunione del Cts, più di un esperto si è detto preoccupato per le tante persone fuori ai locali. Ma a questo punto bisognerà aspettare i dati che arriveranno tra due settimane, all’inizio di giugno. Solo così si potrà capire se questi atteggiamenti abbiano avuto conseguenze dannose. Questa eventualità potrebbe pesare negativamente sulla decisione che si appresta a prendere l’esecutivo il 3 giugno, quando dovrebbe arrivare il via libera allo spostamento tra regioni. “Il criterio per la riapertura sarà il numero dei contagi”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza.
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